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In un documento di poco precedente, un appunto per il Direttore del<br />
Servizio datato 21 aprile di quello stesso anno, il Lahderi viene infatti<br />
identificato nella fonte “Damiano”, manovrato dal Raggruppamento Centri<br />
CS, “originatrice di tutte le notizie sin qui acquisite ed utilizzate in ordine ai<br />
Servizi Speciali libici”.<br />
E su questo “Damiano”, personaggio , lo si ripete, di tale livello,<br />
viene rinvenuto ed acquisito presso il S.I.S.MI un notevole fascicolo, dal<br />
titolo “Fonti Damiano” RCSS (Brigate Rosse). Fascicolo che nasce nel<br />
febbraio 75, contiene numerosi atti, ma ha termine stranamente il 27 maggio<br />
78, cioè oltre due anni prima dell’assassinio del “Damiano” e a brevissima<br />
distanza di tempo dalla tragica conclusione del sequestro Moro. Dal<br />
momento che l’uomo ha di certo continuato la collaborazione sino alla sua<br />
morte, e che tale collaborazione non ha potuto non produrre appunti ed altri<br />
scritti, il Servizio sicuramente conserva sotto altra fascicolazione gli atti<br />
relativi a questo biennio, senza dubbio ancor più interessanti di quelli del<br />
fascicolo acquisito, già di per sè di altissimo rilievo.<br />
Non è possibile elencare tutti i risultati dell’azione di “Damiano”, che<br />
altrimenti si occuperebbero capitoli di questa parte del provvedimento. E’<br />
sufficiente elencare solo alcune delle operazioni per misurare il valore della<br />
fonte. <strong>Il</strong> primo documento è un appunto su una riunione segreta tenutasi a<br />
Beirut il 15 febbraio 75 fra capi della guerriglia palestinese e cittadini italiani<br />
“presuntamente appartenenti alle Brigate Rosse”; le notizie riferite sono<br />
precise e dettagliate e dimostrano l’efficacia della fonte, La riunione, così<br />
viene riferito, ebbe luogo nella notte tra il 15 e il 16 febbraio di quel 75 - le<br />
BR sono ai primordi, ma già hanno sì rilevanti rapporti - tra le 22.00 e le<br />
04.00 successive in un elegante appartamento al quinto piano di edificio<br />
ubicato in quartiere della capitale libanese controllato dai guerriglieri<br />
palestinesi. Alla riunione furono presenti, dal lato palestinese, Abu Ayad<br />
ovvero Salah Khalaf, George Habbash, giunto per l’occasione da Baghdad,<br />
ed altri arabi, e, dal lato italiano, quattro elementi delle Brigate Rosse tra cui<br />
una donna. L’oggetto principale dell’incontro fu la possibilità concreta da<br />
parte della guerriglia palestinese di dar collaborazione alla causa<br />
rivoluzionaria delle Brigate Rosse. Da parte italiana furono enunciati<br />
progetti di contemporanei dirottamenti di più aeromobili Alitalia nonchè di<br />
attentati terroristici, sempre in contemporanea, su obiettivi israeliani come<br />
banche, consolati od ambasciate, con richieste di liberazione per i brigatisti<br />
detenuti. Non furono formulate richieste di aiuto, essendo i nostri già - nel<br />
75! - perfettamente organizzati sul piano operativo. Unica necessità il<br />
reperimento di Paesi disposti a concedere asilo a brigatisti e scalo ai velivoli<br />
dirottati. Gli italiani sarebbero stati accreditati da parlamentari del PCI, che<br />
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