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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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indipendentemente dal fatto che venisse imbarcata con partenza da Bologna<br />

o in provenienza da altri velivoli, sia con arrivi nazionali che con arrivo da<br />

aeroporti esteri. In questo ultimo caso la merce doveva essere scortata da<br />

apposita bolletta di cauzione per merci estere.<br />

Veniva quindi escusso il responsabile nazionale per la sistemazione<br />

dei residui radioattivi e la disattivazione degli impianti presso il<br />

Dipartimento Energia dell’ENEA, Rolandi Giuseppe Cesare, il quale<br />

dichiarava senza ombra di dubbio che ogni trasferimento di materiale<br />

nucleare nel 1980, da e per l’Italia, era avvenuto nel rispetto delle procedure<br />

vigenti, e non c’era stato nessun trasferimento illegale o comunque al di<br />

fuori della contabilità verso paesi esteri (v esame Rolandi Giuseppe, PG<br />

10.06.97). Tali affermazioni venivano suffragate da un voluminoso dossier<br />

che la Direzione Generale dell’Enea inviava a questo Ufficio.<br />

Come si vede estese e complicate indagini, che però non hanno<br />

fornito - o non hanno potuto fornire - alcun riscontro all’ipotesi in questione.<br />

Ritornando ai rapporti tra il nostro Paese e l’Iraq va rilevato che<br />

questi non prevedevano soltanto forniture e assistenza in campo nucleare,<br />

ma anche nel settore del materiale bellico. Un importante contratto veniva<br />

stipulato proprio nel 1980. <strong>Il</strong> contratto prevedeva la fornitura di quattro<br />

fregate missilistiche della classe “Lupo”, sei corvette missilistiche ed una<br />

nave logistica da parte della Fincantieri, e munizionamento e supporto<br />

logistico da parte della società Oto Melara. Su tale affare è stata rinvenuto<br />

presso la Segreteria speciale della Presidenza del Consiglio dei Ministri un<br />

interessante carteggio contenuto in una cartella dall’inquietante titolo<br />

“Tangenti Irak”. Da esso si ricavava che l’esito positivo dell’importante<br />

contratto, il cui valore si aggirava sui due miliardi di dollari, pagabili in<br />

contanti durante la costruzione, era stato possibile soltanto grazie all’opera<br />

di intermediari esteri non residenti con un compenso pari al 5,50% del<br />

valore del naviglio ed al 3% di quello del munizionamento.<br />

E’ possibile rilevare l’interesse del nostro Paese a favorire i rapporti<br />

commerciali con l’Iraq da una missiva che il Presidente del Consiglio,<br />

inviava in data 7 agosto 80 al Presidente dell’Iraq, Saddam Hussein. Questo<br />

il testo nelle sue parti essenziali: “... L'Iraq e l'Italia stanno per finalizzare un<br />

importante contratto. Esso si inquadra in un rapporto di collaborazione<br />

tecnica tra la Marina italiana e quella irachena. E’ un rapporto, questo,<br />

destinato a rinsaldare i legami di amicizia fra i due Paesi e a creare una<br />

durevole solidarietà tra le nostre Marine.<br />

Aderendo al desiderio del Governo della Repubblica dell'Iraq, quello<br />

italiano si è dichiarato disposto ad impegnarsi in un piano di collaborazione<br />

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