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Parlamento e la “debolezza” dell’Esecutivo - coinvolgevano l’Italia e non<br />
consentivano scelte, risposte politiche di chiarezza e di fermezza, come per<br />
insolito caso era avvenuto allorché si dovette fronteggiare ed estirpare il<br />
terrorismo interno.<br />
Situazione gravissima, che tuttora perdura a circa vent’anni di<br />
distanza e che in sintesi era stata ben delineata quasi un quarto di secolo fa<br />
negli incontri dell’ottobre 75 a Pechino tra Teng Hsio-p’ing, vice Premier<br />
della Repubblica Popolare cinese, e Henry A. Kissinger, Segretario di Stato<br />
degli Stati Uniti, il cui memorandum per la seduta pomeridiana del 21 di<br />
quel mese, dedicata all’Europa meridionale, è apparso sulla stampa durante<br />
gli ultimi tempi di questa istruzione. Teng chiaramente afferma che è difficile<br />
comprendere la tendenza degli sviluppi della situazione in Italia. Per la<br />
dirigenza cinese è tutto oscuro e non si sa come interpretare la situazione.<br />
Kissinger dal canto suo – che come occidentale potrebbe, secondo Teng,<br />
conoscere questa strana situazione del nostro Paese – riconosce che i cinesi<br />
potrebbero essere d’aiuto in Italia, specialmente operando sui socialisti, e<br />
sottolinea che la Democrazia Cristiana ha una leadership molto debole – e<br />
sul punto i cinesi annuiscono – e che il Primo Ministro Moro ha la tendenza<br />
ad addormentarsi nel corso delle riunioni - a tal punto scoppiano risate. Teng<br />
allora osserva che il Primo Ministro in Italia è cambiato molte volte, e non<br />
sa dire quante volte sia successo dalla guerra in poi. Al che Kissinger<br />
risponde che però si tratta sempre dello stesso gruppo, anche se questo<br />
gruppo, quello dirigente della Democrazia Cristiana, non è “molto<br />
disciplinato”.<br />
In poche battute la situazione dell’esecutivo e della politica di quel<br />
tempo, che si trascinerà ancora per anni.<br />
All’interno di quest’area mediterranea e con conseguenze anche oltre<br />
- giacché tutti i principali Stati dovettero intervenire e contrastarlo -<br />
l’“attivismo” della Libia, determinato da fonti di immense ricchezze<br />
derivanti dal possesso del petrolio e da una leadership ambiziosa. Che<br />
prende iniziative forti in tutti i continenti; affatto osservante del diritto<br />
internazionale; e conduce una politica di aggressione o quanto meno di<br />
ricatto e di molestia nei confronti delle Potenze occidentali, in primo luogo<br />
gli Stati Uniti e sino all’Italia, con atti di violenza diretta o con il sostegno e<br />
la protezione di organizzazioni terroristiche internazionali operanti in<br />
territorio europeo o comunque contro interessi dell’Occidente.<br />
2. L’invasione sovietica dell’Afghanistan.<br />
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