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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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offerte di negoziato al Patto di Varsavia e di procedere a una sollecita<br />

ratifica da parte del Senato americano del Salt 2. Dalla riunione emergevano<br />

nuovi particolari sulla consistenza delle forze nucleari sovietiche in Europa.<br />

Contrariamente a quello che si era ritenuto, i sovietici oltre a intensificare<br />

l’installazione di nuovi SS-20, avevano continuato a mantenere in linea<br />

anche i missili balistici a medio raggio SS-4 Sendel e SS-5 Skean, mentre da<br />

parte occidentale era già iniziato il ritiro di mille ogive nucleari, pur se si<br />

trattava di ordigni ormai superati. <strong>Il</strong> ritiro da parte della NATO degli ordigni<br />

nucleari costituiva un aspetto politico di particolare importanza, in quanto<br />

rappresentava una prova tangibile dell’apertura verso il disarmo nucleare.<br />

Mentre la conferma del mantenimento da parte sovietica del deterrente<br />

nucleare superato accanto a quello di più recente installazione, cioè i missili<br />

SS-20, preoccupava e allarmava non poco l’Occidente.<br />

3. <strong>Il</strong> vertice a Venezia dei sette Paesi più industrializzati del mondo.<br />

L’invasione sovietica dell’Afghanistan e lo scompiglio che essa<br />

provocò nell’alleanza diede all’Italia, che ospitava il summit a giugno<br />

dell’80, un’eccellente opportunità per far sì che gli argomenti politici di<br />

maggior rilievo venissero formalmente ed esplicitamente inseriti nell’ordine<br />

dei lavori dei sette Paesi alla vigilia del vertice per elaborare un’agenda delle<br />

questioni politiche e bozze di possibili dichiarazioni per i leaders.<br />

<strong>Il</strong> 12 e il 13 giugno, il vertice dei Sette, fu preceduto dalla riunione dei<br />

nove paesi della CEE, rappresentati dai rispettivi capi di Governo. In quel<br />

periodo sussistevano forti contrasti tra gli Stati Uniti ed i Paesi europei, in<br />

particolare modo sul ruolo europeo nei confronti della politica sul Medio<br />

Oriente. Gli Europei reclamavano la propria parte nella politica sul Medio<br />

Oriente, che fino a quel momento era stato monopolio degli Stati Uniti.<br />

Questi invece ribadivano la propria posizione di principale mediatore in<br />

quello scacchiere, difendendo a spada tratta quello che veniva stimato<br />

dall’Amministrazione Carter il suo più importante successo in politica<br />

estera, gli accordi di Camp David. E pertanto il presidente americano Carter<br />

era contrario a progetti che non si inquadrassero nella cornice di Camp<br />

David. Al fine di trovare una distensione agli attriti tra i Paesi europei e gli<br />

USA il Ministro degli Esteri, Emilio Colombo, che in virtù della presidenza<br />

italiana della CEE rappresentava i “nove”, si recava negli Stati Uniti per una<br />

serie di incontri con esponenti politici statunitensi, culminati in colloqui con<br />

Muskie e con Carter. Nonostante i punti di attrito tra Europa ed USA<br />

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