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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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ma che comunque era opportuno dare prova di buona volontà sollecitando<br />

accertamenti al riguardo. Cossiga era conscio della delicatezza della vicenda<br />

e ritengo che abbia svolto azioni per imprimere agli accertamenti una dovuta<br />

importanza, dando così l'impressione alla controparte della nostra buona<br />

volontà, ma sempre nei termini consentiti dalla legge”. Poi indica nel<br />

Procuratore Generale Pascalino il “noto personaggio” citato al foglio “azioni<br />

che vengono proposte” (v. esame Jucci Roberto, GI 29.04.97).<br />

Riferimenti alla sparizione dell’Imam si rilevano anche nel diario<br />

dell’Ambasciatore a Teheran, Giulio Tamagnini. <strong>Il</strong> diplomatico alla data del<br />

30 aprile 79 scrive: “Mi telefona Baldocci, capo dell’ufficio del segretario<br />

generale della Farnesina, a proposito della patata bollente che abbiamo in<br />

questi giorni per le mani. La questione - la scomparsa - di Musa Sadr, capo<br />

spirituale degli sciiti in Libano - risale all’agosto scorso ma è tornata ora a<br />

galla in quanto rappresenta un serio ostacolo al riavvicinamento fra Iran e<br />

Libia, oggi auspicato dai rispettivi “leaders” Khomeini e Gheddafi. Musa<br />

Sadr, dopo una visita in Libia, doveva partire il 21 (31) agosto 1978 per<br />

Roma sulla strada del ritorno in Libano. Qualcuno viaggiò quel giorno<br />

sull’aereo Roma-Tripoli, con un passaporto intestato a Musa Sadr, insieme<br />

con due accompagnatori. Ma con quel volo si persero le tracce del “leader”<br />

sciita, verosimilmente fu fatto sparire in Libia ed un falso Musa Sadr viaggiò<br />

con il suo nome sino a Roma dileguandosi poi con i due soci. I libici, oggi<br />

desiderosi di allacciare rapporti con il capo sciita dell’Iran, Khomeini,<br />

cercano di accreditare la voce che Tripoli non ha a che vedere con la<br />

scomparsa di Musa Sadr, i cui ultimi movimenti vanno invece ricostruiti in<br />

Italia, “paese notoriamente in preda al terrorismo (vedi caso Moro). Ricevo<br />

istruzioni di fare un passo a Teheran, al massimo livello”.<br />

<strong>Il</strong> diplomatico ritorna in argomento alla data del 5 maggio: “Colloquio<br />

con il nuovo ministro degli Esteri Ibrahim Yazdi. Compio il passo su Musa<br />

Sadr; da notare che proprio oggi è a Teheran e verrà ricevuto dallo stesso<br />

Yazdi, il “leader” dell’organizzazione Amal creata da Musa Sadr fra gli<br />

sciiti del Libano meridionale, Hossein-al Hosseini. Yazdi mostra di accettare<br />

le nostre spiegazioni, cioè che indagini estremamente accurate sono state<br />

compiute in Italia e che tutte hanno confermato la conclusione che Musa<br />

Sadr non è mai arrivato a Roma il 21 (31) agosto 1978 nonostante la<br />

messinscena che avrebbe dovuto provare il contrario. Yazdi mi dice che<br />

l’Iran non ha rapporti diplomatici con la Libia; la visita di Jallud l’altro<br />

giorno e la sua partecipazione ai funerali dell’ayatollah Motahari a Qom non<br />

hanno modificato questo stato di cose (proprio a Qom Jallud aveva ribadito<br />

la tesi libica che Musa Sadr aveva lasciato Tripoli, vivo, per Roma).<br />

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