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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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dipendente cioè Aldo Del Re che, attraverso un suo amico iracheno, riuscì a<br />

contattare l’Ambasciatore d’Egitto a Roma. A seguito di questo incontro,<br />

essendo in Italia, fu raggiunto all’aeroporto di Roma da un funzionario<br />

dell’ambasciata d’Egitto, che gli comunicò l’accettazione da parte<br />

dell’Egitto delle richieste di Sheybi. Nella circostanza gli veniva anche il<br />

luogo al confine tra l’Egitto e la Libia - Sîwa - dove si sarebbero incontrati<br />

rappresentanti del Governo egiziano e un delegato del “New Movement” di<br />

Sheybi. <strong>Il</strong> delegato designato fu Marzuk, come ebbe modo di apprendere<br />

dallo stesso nel corso della comune detenzione dopo i fatti di Tobruk.<br />

Quest’ultimo - afferma - si diceva convinto che l’insurrezione non ebbe<br />

successo a causa della delazione di un italiano, che avrebbe riferito il<br />

progetto a Tripoli.<br />

<strong>Il</strong>lustra poi i suoi rapporti con Castelli e il ruolo di costui nella<br />

vicenda, al quale si era rivolto ancor prima che al Del Re per gli scandagli<br />

presso gli egiziani. Questi tentò autonomamente anche di sostituirsi a<br />

Seliciato nell’incarico ricevuto da Sheybi, ma il libico - riferiva Seliciato -<br />

avrebbe negato al Castelli l’esistenza del progetto (v. esame Seliciato<br />

Edoardo, GI 05.10.90). Quindi Seliciato con le sue ammissioni di<br />

responsabilità conferma la partecipazione al golpe di agosto 80. Se da un<br />

lato scagiona Castelli dalla compartecipazione al tentativo di insurrezione<br />

militare, dall’altra lancia precisi messaggi di responsabilità a suo carico per<br />

la “soffiata” ai libici sulla rivolta in progetto.<br />

Castelli ha negato, invece, di essere stato incaricato da Seliciato di<br />

contattare gli egiziani. Ha però confermato la conoscenza di un gruppo di<br />

Libici coinvolti nel tentativo di colpo di Stato, tra i quali Marzuk che gli<br />

faceva strani discorsi sugli stretti contatti tra i Servizi libici e quelli italiani.<br />

<strong>Il</strong> Castelli colloca questi discorsi come avvenuti nel luglio 80. Ed è proprio<br />

nel ricordare i discorsi con Marzuk che Castelli riferisce un episodio che<br />

potrebbe aver diretto riferimento alla vicenda di cui è processo. Castelli<br />

ricorda che chiese a Marzuk se corrispondesse a verità la voce secondo cui<br />

Gheddafi forniva aiuto ai terroristi italiani delle Brigate Rosse, così come<br />

veniva affermato da un periodico italiano. Marzuk alla domanda “sembrò<br />

chiudersi” e fece cadere il discorso, dopo aver detto che queste cose erano<br />

nella responsabilità di Gheddafi. In seguito però ritornò sull’argomento per<br />

far capire che essi erano in disaccordo con Gheddafi anche per l’appoggio ai<br />

terroristi italiani. Aggiunse: ”è lui che fa abbattere gli aerei italiani”. Castelli<br />

precisa che dopo questo esplicito riferimento non si tornò più sulla<br />

questione. Ma altra conferma alla sua versione, Castelli la riceve nel corso<br />

della detenzione. Ricorda che “mentre ero detenuto durante il processo<br />

militare, vidi un uomo tenuto in rigorosissimo isolamento; questi non era<br />

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