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Si trattava di una conflittualità potenziale che avrebbe direttamente coinvolto<br />
il vecchio continente; il teatro di guerra sarebbe stato l’Europa. In fin dei<br />
conti l’Unione Sovietica avrebbe potuto attaccare l’Europa senza minacciare<br />
direttamente il territorio statunitense. Questi ultimi avrebbero potuto,<br />
temevano gli Europei, anche decidere di contenere la propria risposta, o<br />
comunque decidere interventi intempestivi.<br />
<strong>Il</strong> primo a dare l’allarme era stato il Cancelliere tedesco Schmidt<br />
nell’ottobre del 77 nel corso di una conferenza a Londra: “Una limitazione<br />
delle armi strategiche che riguardi solo gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica<br />
costituirà inevitabilmente una minaccia per la sicurezza dei membri<br />
dell’Europa occidentale dell’Alleanza di fronte alla superiorità militare<br />
sovietica in Europa, se non riusciremo ad eliminare le disparità tra le potenze<br />
militari in Europa, in parallelo con i negoziati Salt”. Dopo un periodo di<br />
incertezze su iniziativa della Francia si svolse alla Guadalupa l’incontro tra<br />
gli Stati Uniti, la Germania, la Gran Bretagna e la Francia. Sulla questione<br />
dei missili in Europa i quattro Paesi rappresentati dai rispettivi leaders<br />
concordarono quello che poi fu chiamato l’approccio “a due binari”, cioè da<br />
una parte lo stazionamento dei missili Cruise e Pershing II statunitensi in<br />
Europa, dall’altra la progressione dei negoziati sul controllo degli armamenti<br />
a medio raggio con l’Unione Sovietica. Nella circostanza venne deciso<br />
inoltre di promuovere una operazione di salvataggio finanziario della<br />
Turchia, la cui cronica crisi economica minacciava il fianco sud della<br />
NATO. L’incontro della Guadalupa si differenziava dagli altri incontri per la<br />
riservatezza dei colloqui. Erano presenti ai colloqui solo i capi di governo<br />
affiancati da un solo assistente. Nessuna dichiarazione conclusiva o<br />
comunicato finale.<br />
Ovviamente gli altri Paesi europei interessati alla questione dei<br />
missili, come il Belgio, i Paesi Bassi e l’Italia si risentirono per essere stati<br />
esclusi dai colloqui. L’Italia in quel periodo era governata da una coalizione<br />
di “solidarietà nazionale” poco gradita agli Stati Uniti. La vicenda diede però<br />
l’incentivo a fare dei vertici dei sette Paesi più industrializzati un veicolo più<br />
formale e visibile dei dibattiti politici.<br />
La vicenda degli Euromissili approdò in Parlamento nell’autunno del<br />
79. La Camera dei deputati ne discusse in due sedute, il 31 ottobre ed il 4<br />
dicembre. <strong>Il</strong> dibattito fu acceso ma non incandescente. <strong>Il</strong> grosso nodo era la<br />
preoccupazione della scelta e del conseguente voto del Partito Comunista<br />
Italiano sulla vicenda. <strong>Il</strong> segretario del PCI, Enrico Berlinguer, nel suo<br />
intervento alla Camera affermò che se l’equilibrio era stato incrinato doveva<br />
essere riportato alla parità, ma a livelli più bassi e non più alti. Per tale<br />
motivo chiedeva al governo l’impegno di sospendere o rinviare di almeno sei<br />
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