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L’avvocato Papa, che già di fatto aveva abbandonato la professione,<br />
era considerato uomo molto attivo nella promozione di iniziative di vario<br />
genere, ma di modesto spessore. Tra le altre, volte a rafforzare i rapporti di<br />
amicizia ed incrementare lo scambio culturale, economico e commerciale tra<br />
la Sicilia e la Libia, in cui il Papa particolarmente s’adoprò, sono da<br />
ricordare la ricerca di lavoratori per la Libia, vicenda per la quale venne<br />
diffidato dal Ministero degli Esteri e successivamente, nel gennaio del 77,<br />
denunciato dal nucleo di CC. dello stesso Ministero ai sensi dell’art.5 della<br />
legge sull’emigrazione; la costituzione nella città etnea, il 30.05.74, di una<br />
camera del commercio siculo-araba; la costruzione nell’anno 1980, su un<br />
immobile di sua proprietà, della “moschea di Omar”, operazione che gli<br />
avrebbe fruttato un notevole guadagno; inoltre la promozione di un tentativo<br />
di riavvicinamento tra le posizione della Libia e quelle degli USA, e in<br />
particolare modo una attività di mediazione tra Billy Carter, fratello dell’ex<br />
Presidente americano, e il Governo libico. Per quest’ultima vicenda sarebbe<br />
stato addirittura sentito, nel 1981 a Catania, da una commissione del Senato<br />
statunitense.<br />
I contatti del Papa con il Governo libico nei primi mesi del 1984 si<br />
incrinarono senza particolari motivi apparenti, per poi rompersi<br />
definitivamente quando il 12 novembre le Autorità libiche gli comunicarono<br />
che non gli sarebbe stato più concesso il necessario visto d’ingresso.<br />
<strong>Il</strong> legale, escusso il 15.04.97, ha confermato a grandi linee le<br />
circostanze già note all’Ufficio, chiarendo in modo più particolareggiato<br />
alcune vicende, ed in particolare l’attività di intermediazione per una ripresa<br />
di contatti tra gli Stati Uniti e la Libia; riferendo che grazie<br />
all’interessamento di un italo-americano, tal Mario Leanza, residente ad<br />
Atlanta e mediatore di immobili, era riuscito ad entrare in rapporto con la<br />
famiglia Carter con l’intenzione di richiedere al fratello del Presidente, che<br />
sapeva produttore e commerciante di arachidi, se vi fossero possibilità per la<br />
conclusione di accordi commerciali con la Libia. <strong>Il</strong> Papa accompagnato<br />
dall’Ambasciatore libico Shallouf, incontrò Billy Carter ad Atlanta; le spese<br />
del viaggio, a dire del Papa, furono sostenute dallo Stato libico. <strong>Il</strong> Carter in<br />
quella circostanza accettò la proposta di intraprendere rapporti economici,<br />
poiché all’epoca era in una lobby di senatori e operatori economici<br />
desiderosi di “fare affari con la Libia”; pertanto si impegnò ad organizzare a<br />
breve scadenza una missione con una delegazione di politici ed industriali<br />
statunitensi nel Paese nord-africano, ricevendo in cambio assicurazioni che<br />
se si fosse giunti alla realizzazione del progetto, le autorità libiche avrebbero<br />
dovuto estinguere una sua precorsa ipoteca saldando il relativo debito.<br />
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