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svoltosi a febbraio, nel corso del quale era prevalsa la linea di superamento<br />
del progetto di “compromesso storico” sostituita dalla ricerca di intese<br />
dirette con i socialisti. Questa linea passerà come quella del “preambolo” di<br />
Donat Cattin. Si registravano pertanto da una parte la sconfitta della sinistra<br />
democristiana di Zaccagnini e Andreotti, dall’altra le nomine a segretario di<br />
Flaminio Piccoli, a presidente del Consiglio Nazionale di Forlani e vice<br />
presidente di Donat Cattin.<br />
Cossiga pertanto formava un nuovo Governo con la partecipazione<br />
della DC, del PSI e del PRI. Nel Gabinetto tra gli altri: Lelio Lagorio alla<br />
Difesa, Virginio Rognoni agli Interni, Emilio Colombo agli Esteri; Mazzola<br />
sarà riconfermato nella carica di Sottosegretario alla Presidenza del<br />
Consiglio dei Ministri con delega ai Servizi di sicurezza. Questa è la<br />
compagine governativa durante la quale si consumarono nel Paese fatti<br />
gravissimi come la vicenda di cui è processo e la strage alla stazione<br />
ferroviaria di Bologna. Ma anche la navigazione di questo Governo ha corso<br />
breve. Proprio a quel tempo prendeva avvio il caso Marco Donat Cattin, che<br />
era stato indicato da Patrizio Peci e da Roberto Sandalo come appartenente<br />
all’organizzazione terroristica “Prima linea” con responsabilità molto<br />
pesanti. La vicenda provocò la richiesta di messa in accusa del presidente<br />
del Consiglio Cossiga, accusato di aver rivelato al collega di partito, Donat<br />
Cattin, l’imminente emissione di un mandato di cattura a carico del figlio. La<br />
Commissione inquirente il 31 maggio proscioglieva Cossiga dall’accusa.<br />
Poiché non era stato raggiunto un voto di maggioranza la vicenda approdò in<br />
Parlamento a Camere riunite dal 23 al 27 luglio. Al termine della discussione<br />
venne respinta la messa in stato d’accusa e anche quella di un supplemento<br />
di indagini. Nel frattempo però Donat Cattin lasciava l’incarico di Vice<br />
presidente della Democrazia Cristiana.<br />
Altra inquietante vicenda è quella della pubblicazione dei verbali di<br />
Patrizio Peci. <strong>Il</strong> 5 e 6 maggio il quotidiano romano “<strong>Il</strong> Messaggero”<br />
pubblicava a cura del giornalista Fabio Isman ampi stralci degli interrogatori<br />
di Patrizio Peci. Le indagini sulla vicenda portavano all’arresto del<br />
giornalista e del vice direttore del S.I.S.DE, Silvano Russomanno, che aveva<br />
fornito al primo fotocopie dei verbali di interrogatorio. Entrambi saranno<br />
condannati a seguito di un processo a porte chiuse. <strong>Il</strong> fatto era gravissimo in<br />
quanto da un lato si esponeva Patrizio Peci alla vendetta dei suoi compagni,<br />
dall’altro si fornivano avvertimenti ai terroristi.<br />
Dopo la pausa estiva il Governo Cossiga si sciolse il 27 settembre a<br />
causa della mancata approvazione di un decreto economico già approvato<br />
con voto palese e poi bocciato a seguito del voto segreto.<br />
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