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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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Gheddafi per la liberazione dei marittimi. Tale incarico si rivelò più difficile<br />

di quanto immaginassi, perchè dovetti attendere a lungo la risposta - anzi<br />

credo che mi fu data in un secondo viaggio. Risposta che mi fu consegnata<br />

in sola lingua araba, tant'è che arrivato di domenica in Italia me la feci prima<br />

tradurre, al fine di evitare spiacevoli conseguenze. La lettera era più che<br />

riguardosa e quindi provvidi immediatamente alla consegna.<br />

Sul problema specifico dei pescatori, ebbi subito l'impressione che<br />

costoro fossero nel torto e quindi cercai di impostare la soluzione da un<br />

punto di vista umanitario e di amicizia. Nel frattempo l'Ambasciatore conte<br />

Marotta per conto del ministro Malfatti, Ministro degli Affari Esteri<br />

all'epoca, mi chiese di affrontare con il governo libico la trattazione di altri<br />

problemi di minore entità in sospeso, tra gli altri la posizione del vice o capo<br />

scalo Alitalia, che si sarebbe intromesso in una esportazione di lingotti d'oro<br />

sottratti alla banca di Libia.<br />

Altra questione essenziale su cui vi erano richieste libiche, vi era la<br />

collaborazione richiesta sulla scomparsa dell'Imam Mousa Sadr. Le tesi<br />

possibili erano due: o Mousa Sadr era scomparso in Libia e quindi con<br />

l'eventuale compromissione dei libici, o era arrivato in Italia - con due suoi<br />

collaboratori e qui era giunto per volontà sua e di altri. I libici, che<br />

ovviamente erano per questa seconda soluzione, chiedevano la costituzione<br />

di una commissione mista a livello governativo con tecnici. Dopo un primo<br />

“traccheggiamento” dicemmo apertamente ai libici che la questione in Italia<br />

era di competenza dell'AG e che al massimo avremmo potuto pregare i<br />

giudici competenti di accelerare al massimo gli accertamenti. <strong>Il</strong> mio<br />

interlocutore era un certo Gaud, personaggio al di sopra dei Servizi, con<br />

rango di ministro, molto vicino al tempo al colonnello Gheddafi. Dissi a<br />

questo Gaud che dovevano prendere un avvocato in Italia e portare testimoni<br />

non libici, ma di altri Paesi che avessero visto l'Imam fuori della Libia o<br />

sull'aereo. Non so come andò a finire la vicenda giudiziaria. Ho letto sui<br />

giornali che si è chiusa con un'archiviazione.<br />

Subito dopo aver ricevuto l'incarico dal Presidente Cossiga e prima di<br />

partire per la missione chiesi ed ottenni di parlare con il Direttore del<br />

S.I.S.MI, all'epoca generale Santovito, con il quale, peraltro, avevo ordinari<br />

rapporti di servizio come capo del SIOS Esercito. Egli era a conoscenza<br />

dell'incarico e mi fece gli auguri ed io lo rassicurai nel senso che l'avrei<br />

informato degli sviluppi della vicenda. (...) I libici annettevano un interesse<br />

notevole alla vicenda della sparizione dell'Imam giacchè la scomparsa di una<br />

figura così carismatica per gli sciiti e che godeva di diritto di ospitalità<br />

presso il governo libico, danneggiava enormemente l'immagine della Libia in<br />

tutto il mondo arabo. I libici tendevano a far prevalere la tesi che l'Imam<br />

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