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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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Valletta, utilizzato dalla sua flotta militare in ambito NATO, anche se<br />

formalmente la NATO non avrebbe potuto avere basi militari all’infuori dei<br />

confini dei paesi membri.<br />

La Gran Bretagna tentò ripetutamente di mantenere la disponibilità del<br />

porto, ma il governo maltese guidato da Dom Mintoff fu irremovibile e la<br />

flotta inglese, poco tempo dopo l’indipendenza, dovette lasciare l’isola. Si<br />

trattava della perdita di una base importantissima per l’equilibrio strategico<br />

del Mediterraneo e in Medio Oriente. L’isola rappresenta il crocevia delle<br />

rotte mediterranee e la sua importanza strategica e militare è nota fin<br />

dall’antichità. Perduti i proventi dell’affitto del porto, venne in aiuto la Libia,<br />

la quale, nell’ottobre 79, investì 50 milioni di dollari nell’economia<br />

dell’isola. La Libia già forniva petrolio a prezzi preferenziali, per l’accordo<br />

che consentiva la presenza sull’isola ai militari libici, che in particolare, fra<br />

l’altra, gestivano la torre di controllo dell’aeroporto internazionale di La<br />

Valletta.<br />

Ma un mese dopo, nel novembre 79, con un atto che sapeva avrebbe<br />

causato una crisi con la Libia e forse la rottura dei rapporti, il governo<br />

maltese notificò a quello libico la sua intenzione di compiere ricerche<br />

petrolifere all’interno delle proprie acque territoriali. Malta sperava di poter<br />

emulare il suo ex padrone coloniale, e diventare autosufficiente con il<br />

petrolio sottomarino, o forse diventare addirittura esportatore di petrolio. A<br />

tale scopo firmò un contratto con la Texaco Oil Company americana, che<br />

avrebbe dovuto eseguire ricerche sui “Banchi di Medina” che sono una zona<br />

di mare a basso fondale, situata circa a mezza strada fra la Libia e Malta,<br />

rivendicata sia da Malta che dalla Libia.<br />

<strong>Il</strong> governo maltese rivendicò come acque territoriali quelle fino a 98<br />

miglia (180km) a sud della sua costa meridionale, opponendosi a quello<br />

libico che rivendicava la sua giurisdizione per 2/3 del tratto di mare<br />

compreso fra la Libia e Malta, e cioè fino ad una distanza di 66,5 miglia<br />

dalle coste meridionali maltesi. Inutile dire che in un caso i banchi di Medina<br />

erano territorio situato in acque maltesi, nell’altro in acque libiche. E’ chiaro<br />

che nel mese di novembre deve essere maturato qualcosa che ha convinto il<br />

governo maltese ad opporsi a quello libico.<br />

I due governi decisero che avrebbero portato la controversia al<br />

giudizio del tribunale internazionale dell’Aia entro il 30 giugno 80. Nel<br />

frattempo nessuno dei due paesi avrebbe eseguito delle ricerche petrolifere.<br />

Ma sembra che, mentre Malta rispettava questa clausola, la compagnia di<br />

Stato libica iniziasse invece ad eseguire ricerche petrolifere nella zona<br />

contesa. E’ ovvio che a questo punto il governo maltese avesse ben poche<br />

possibilità di cavarsela nei confronti del potente e agguerrito vicino, se non<br />

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