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diritti e dei doveri per tutte le nazioni nell’ambito della CEE. La protesta del<br />
<strong>Capo</strong> dello Stato non era casuale, in quanto era emerso da alcuni organi di<br />
informazione che USA, Gran Bretagna, Germania Federale e Francia<br />
avevano consultazioni periodiche e segrete, aventi come argomento le crisi<br />
internazionali.<br />
<strong>Il</strong> 22 giugno pertanto si apriva nel monastero già dei Benedettini<br />
sull’isola di San Giorgio il sesto vertice dei Paesi più industrializzati del<br />
mondo rappresentati: l’Italia da Francesco Cossiga, il Canada da Pierre<br />
Trudeau, la Germania Federale da Helmut Schmidt, la Francia da Valery<br />
Giscard d’Estaing, la Gran Bretagna da Margaret Tatcher, gli Stati Uniti da<br />
Jimmy Carter. Fine della riunione: l’elaborazione di un’unica strategia<br />
economica e politica.<br />
<strong>Il</strong> summit - in un clima di forte tensione a causa del fenomeno<br />
terroristico che stava colpendo intensamente l’Italia e determinò imponenti<br />
le misure di sicurezza a tal punto da letteralmente isolare quell’isola protetta<br />
anche da una cordone di vigilanza subacquea - era stato preceduto da due<br />
eventi importanti. <strong>Il</strong> primo l’incontro tra Carter e Schmidt sullo scottante<br />
tema degli euromissili; il secondo un messaggio inviato da Mosca al<br />
presidente francese Giscard d’Estaing concernente l’Afghanistan, i cui<br />
contenuti dovevano essere diffusi ai partner europei.<br />
L’incontro tra Carter e Schmidt ebbe a tema le diverse posizioni che i<br />
due leader avevano sul problema degli euromissili. <strong>Il</strong> primo non era<br />
d’accordo con il secondo sulla intenzione di quest’ultimo di recarsi a Mosca<br />
a fine giugno allo scopo di interrompere l’installazione degli SS-20 in<br />
cambio di analoghe mosse da parte della NATO. <strong>Il</strong> cancelliere tedesco si<br />
proponeva di sfruttare i tre anni necessari per lo spiegamento dei Pershing II<br />
e dei Cruise, al fine di raggiungere un accordo con Mosca per la riduzione<br />
degli arsenali missilistici. Per il presidente Carter una iniziativa del genere<br />
avrebbe significato un palese cedimento e di qui l’invito del presidente<br />
americano a non concludere accordi che potessero mettere in dubbio<br />
l’installazione degli euromissili. Per tale motivo alla vigilia del summit<br />
s’imponeva un incontro chiarificatore tra i due leader. L’incontro, si apprese<br />
in seguito, fu definito burrascoso. Carter così lo descrisse “lo scambio di<br />
opinioni più spiacevole che io abbia mai avuto con un leader estero“. Ma<br />
nonostante i toni accesi consentì di smussare quei contrasti che rischiavano<br />
di rendere più difficili i lavori del vertice.<br />
<strong>Il</strong> messaggio di Breznev a Giscard d’Estaing concerneva<br />
l’Afghanistan. <strong>Il</strong> Cremlino annunciava che avrebbe iniziato il ritiro di alcuni<br />
reparti impegnati in Afghanistan in quanto la loro presenza non era più<br />
necessaria. Gli obiettivi sovietici - secondo gli osservatori - erano quelli di<br />
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