25.09.2013 Views

Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

E ancora il 7 maggio: “Su istruzioni da Roma, ho dato ieri alla stampa<br />

un comunicato sul caso Musa Sadr, secondo le linee di quanto detto sabato a<br />

Yazdi. Agenzie e giornali iraniani lo riportano integralmente: “in rapporto<br />

con taluni articoli apparsi sulla stampa libanese ed iraniana, l’ambasciata<br />

d’Italia a Teheran informa che l’episodio concernente la scomparsa<br />

dell’Imam Musa Sadr nell’agosto 1978 , in particolare speculazioni circa un<br />

suo possibile ingresso o transito in Italia, sono stati oggetto di indagini<br />

estremamente accurate, come suggerito dalla delicatezza del caso.<br />

Da parte italiana si è mostrata la massima disponibilità a cooperare, in<br />

tali indagini, con le competenti autorità di altri paesi. Tutti gli esiti<br />

dell’inchiesta escludono che l’Imam Sadr sia mai arrivato in Italia. Pertanto<br />

qualunque dichiarazione in senso diverso che venisse attribuita ad autorità<br />

italiane, è da considerarsi destituita di ogni fondamento”: Tanto era delicata<br />

la questione della scomparsa dell’Imam che - annota Tamagnini - fu oggetto<br />

anche di discussione in occasione della riunione dei “nove” che<br />

periodicamente avveniva in Teheran tra gli ambasciatori.<br />

Riferimenti alle dichiarazioni di Jalloud e Khomeini sulla scomparsa<br />

dell’Imam si rilevano dagli atti custoditi nell’ufficio del Consigliere<br />

diplomatico della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Presso la Comunità<br />

sciita libanese le affermazioni di Jalloud avevano provocato allarme tant’è<br />

che chiesero al nostro rappresentante diplomatico notizie sull’effettivo arrivo<br />

in Italia dell’Imam. In calce ad un messaggio dell’ambasciata d’Italia a<br />

Beirut del 28.04.79 si può leggere un’annotazione del Presidente del<br />

Consiglio Andreotti dal seguente tenore “Non riesco a capire tanti giochi di<br />

parole. Noi abbiamo fatto un’inchiesta e a quanto mi si disse possiamo<br />

essere certi che in Italia non è entrato. Lo si può dire con chiarezza e<br />

semplicità”. Ma la vicenda non era semplice. Nei messaggi<br />

dell’Ambasciatore d’Italia a Tripoli, conte Marotta, si rilevano anche le forti<br />

pressioni che il Governo libico faceva sulla vicenda: “A questo punto<br />

Jalloud non ha mancato di svolgere un tentativo di forti pressioni,<br />

chiedendomi di far sapere a mio governo (ha nuovamente nominato<br />

Presidente Consiglio e Ministro Esteri) che conferma atteggiamento<br />

amichevole in questa questione importantissima per Libia e per me stesso<br />

non può non essere collegato a mantenimento e sviluppo di livello<br />

economico di relazioni Italia Libia”. L’Ambasciatore dopo aver rilevato<br />

“che proprio quando libici sono in difficoltà possono essere pericolosi per<br />

forti interessi italiani”, suggerisce di “negoziare” la comunicazione ufficiale<br />

richiesta da Jalloud sulla vicenda che avrebbe dovuto essere del seguente<br />

tenore “qualcuno che aveva i documenti di Musa Sadr arrivò effettivamente<br />

in Italia indipendentemente dalla reale identità di quelle persone”. (v.<br />

4757

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!