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Capo 5 - Il contesto - stragi80.it

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nel corso di un’azione di guerra e che al fine di distogliere l’attenzione<br />

dell’opinione pubblica sull’evento sarebbe stato effettuato l’attentato alla<br />

stazione di Bologna. Altri ancora hanno supposto che l’aereo fosse stato<br />

abbattuto, in quanto vi erano trasportate armi o parti di armi dirette in Libia,<br />

e che i libici, pertanto, per ritorsione avessero effettuato la strage di Bologna<br />

servendosi, nella esecuzione, di manovalanza attinta nell’ambiente<br />

dell’estrema destra con il quale erano da tempo in contatto. E chi, infine, ha<br />

presunto che la strage di Ustica fosse avvenuta nel <strong>contesto</strong> di<br />

un’operazione con finalità di abbattimento dell’aereo, su cui avrebbe dovuto<br />

viaggiare il leader libico Gheddafi, e che i libici per rappresaglia avessero<br />

commissionato la strage di Bologna; e chi, invece, ha chiamato in causa gli<br />

Stati Uniti, che avrebbero compiuto l’atto come sanzione nei confronti<br />

dell’Italia, rea di aver messo in guardia il leader libico, con il preavviso<br />

dell’operazione nei suoi confronti.<br />

Sono state pertanto svolte indagini al fine di accertare eventuali<br />

collegamenti tra l'ambiente dell'eversione di destra e la Libia. L'attenzione è<br />

stata rivolta innanzitutto alla figura del criminologo Aldo Semerari. Questi<br />

era stato arrestato nel corso dell'operazione di polizia del 28 agosto 80 con<br />

l'accusa di essere stato uno degli ideatori del programma della strategia<br />

eversiva che aveva avuto come punto di arrivo l'esecuzione dell'attentato alla<br />

stazione ferroviaria di Bologna. Nel corso dell'istruttoria bolognese emerse<br />

che durante il mese di dicembre 80 Semerari, dopo essere stato interrogato<br />

dai magistrati inquirenti, aveva cominciato a dare chiari segni di sofferenza<br />

per la condizione di detenzione. In altre parole sarà accertato, nel prosieguo<br />

delle indagini e dopo l'uccisione del criminologo avvenuta a Napoli nel<br />

1982, che Semerari “stava per crollare”. Veniva pertanto verificato, in quel<br />

<strong>contesto</strong>, come il pericolo di un possibile cedimento psicologico da parte di<br />

Semerari costituisse un pericolo per coloro che erano coinvolti nell'ambito<br />

delle indagini che avevano portato al suo arresto. Che il Semerari fosse sul<br />

punto di rivelare quanto era a sua conoscenza sui gruppi della destra<br />

eversiva non era assolutamente una ipotesi, giacchè segnali in tal senso<br />

erano stati manifestati sia ai suoi familiari, che a ufficiale di PG. Non si ha<br />

certezza tuttavia che i segnali inviati da Semerari siano mai giunti ai<br />

destinatari. Sta di fatto, comunque, che egli l'11 aprile 81 verrà scarcerato e<br />

dopo circa un anno sarà trovato a Napoli con la testa mozza.<br />

Ma l'interesse sulla figura del criminologo nasce anche da altra<br />

circostanza: i suoi viaggi in Libia ed i suoi contatti intercorsi in Italia con<br />

l'ambiente libico. Queste vicende furono seguite al tempo dall'Ufficio<br />

Istruzione di Bologna, in quanto i riferimenti ai viaggi di Semerari in Libia<br />

erano nati all'interno di quelle singolari riunioni di cui si è già fatto<br />

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