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13.08.1980: viene segnalata l’istituzione di posti di blocco e di controllo<br />
delle strade che adducono a Tobruk, con impiego di carri armati e postazioni<br />
di mitragliatrici. <strong>Il</strong> maggiore Idriss, Comandante delle Forze di Difesa<br />
dell’Aeroporto, avrebbe preso posizione con i suoi uomini su alcune alture<br />
da cui era possibile controllare le rampe missilistiche, nonché il sistema<br />
radar;<br />
03.02.1982: non si era ancora in grado di acquisire una versione definitiva<br />
dell’accaduto. Sembra che il maggiore Idriss, approfittando della parentela<br />
con Gheddafi per aver sposato una sua parente, avesse esercitato nella<br />
Regione Orientale, fino all’agosto 1980, una notevole influenza quale<br />
responsabile dei Servizi informativi. Lo stesso, avvalendosi dell’incarico<br />
ricoperto, era riuscito ad avere dalla sua parte varie tribù, con le quali<br />
avrebbe tentato di rovesciare il regime del Colonnello. Gheddafi informato<br />
del tentativo, prima che l’insurrezione scoppiasse, avrebbe fatto cingere<br />
d’assedio la regione di Tobruk, nell’intento di arrestare il maggiore ed i suoi<br />
seguaci. <strong>Il</strong> maggiore Idriss, pur essendo sfuggito alla cattura, non era riuscito<br />
a porsi in salvo, in quanto, come asserito dalle stesse fonti ufficiali libiche,<br />
fu trovato morto nel deserto, forse mentre si dirigeva verso il confine con<br />
l’Egitto.<br />
2. Nel dicembre 1980, il Raggruppamento Centri CS di Roma informa che le<br />
notizie del possibile ammutinamento di Tobruk sono state confermate da un<br />
dissidente libico residente a Roma, tale Salem Ibrahim Salem Dwela. <strong>Il</strong><br />
soggetto, in merito aveva affermato che il Comandante della 9 a Brigata,<br />
tenente colonnello Idriss Sheybi, d’accordo con altri ufficiali, aveva messo a<br />
punto un piano per tentare un colpo di Stato, confidando sull’appoggio degli<br />
Egiziani, che sarebbero dovuti partire da Giagbud ed occupare una vasta<br />
zona della Cirenaica, costituendo un Governo provvisorio. All’ultimo<br />
momento gli Egiziani avrebbero ricevuto l’ordine di non muoversi, ordine<br />
che sarebbe giunto in Egitto da Washington.le <strong>Il</strong> complotto sarebbe stato<br />
scoperto due giorni prima della sua pratica attuazione, dai Servizi segreti<br />
libici, i quali, convocato a Tripoli l’ufficiale, dopo averlo interrogato e<br />
torturato, lo avrebbero fucilato. La rivolta sarebbe stata sedata in sette<br />
giorni, con l’uccisione di oltre quattrocento soldati e con la resa degli altri”.<br />
(v. atti Stato Maggiore S.I.S.MI cartella n.19, acquisizione del 20.04.95).<br />
Lo Sheybi, grande amico dell’imprenditore italiano Edoardo Seliciato,<br />
titolare della società di import-export Selexport con sede anche in Libia,<br />
aveva utilizzato costui come intermediario con le autorità egiziane. <strong>Il</strong><br />
Seliciato a sua volta aveva coinvolto altri due italiani e cioè l’architetto Enzo<br />
Castelli e Aldo Del Re, in Libia per ragioni di affari; assieme a quest’ultimo<br />
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