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valorizzazione degli effluenti di allevamento e loro gestione ... - ARAL

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5.2 – Applicazione del “Modello ARMOSA”Come previsto dal Progetto Pilota SATA, si è attuata la collaborazione con ERSAF per sottoporre idati tecnico-agronomici, rilevati in alcuni ambiti operativi, ad elaborazione me<strong>di</strong>ante il “sistemamodellistico modulare”, calibrato nel corso del Progetto ARMOSA (Allestimento <strong>di</strong> una Rete <strong>di</strong>Monitoraggio dei Suoli Agricoli), atto a simulare i flussi <strong>di</strong> acqua ed azoto nel suolo e prevedere lapotenziale lisciviazione <strong>di</strong> nitrati.Secondo il protocollo concordato per la fornitura dei dati tecnici agronomici rilevati in campo, si èconcentrata l’attenzione sugli Ambiti operativi 1 e 2, particolarmente interessanti dal punto <strong>di</strong> vista<strong>di</strong> una possibile analisi ambientale, <strong>di</strong> confronto tra pratiche tra<strong>di</strong>zionali e nuove soluzionigestionali, soprattutto per quanto attiene tempi (alla semina ed in copertura) e modalità(interramento) <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione dei reflui.Valutazione dei rischi potenziali <strong>di</strong> rilascio <strong>di</strong> azoto verso le acque profonde in aziende dellapianura lombarda attraverso l’applicazione del modello <strong>di</strong> simulazione ARMOSA.Il modello <strong>di</strong> simulazione della <strong>di</strong>namica dell’azoto in sistemi suolo-clima-colture denominatoARMOSA, è stato utilizzato per comparare il potenziale rilascio <strong>di</strong> nitrati verso le acque sotterranee<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti scenari <strong>di</strong> fertilizzazione indagati nell’ambito del “Progetto Pilota SATA”.Un primo ambito (relativo all’Ambito 2, paragrafo 1.3.2, pagina 18) ha riguardato un’azienda <strong>di</strong>bovini da latte (caso stu<strong>di</strong>o 1) ed una azienda suinicola (caso stu<strong>di</strong>o 2), entrambe con ampiaeccedenza <strong>di</strong> nutrienti, localizzate in zona vulnerabile (pianura Bresciana), aventi suoli a tessiturame<strong>di</strong>a-sabbiosa e me<strong>di</strong>o contenuto in carbonio organico, che esportano effluente tal quale fuorizona vulnerabile (caso stu<strong>di</strong>o 3) su suoli più grossolani e tendenzialmente poveri <strong>di</strong> sostanzaorganica.La seconda esperienza (relativa all’Ambito 1, paragrafo 1.3.1, pagina 6) è invece relativa ad unautilizzazione “consortile” in aziende cerealicole (caso stu<strong>di</strong>o 5/6) <strong>di</strong> <strong>effluenti</strong> provenienti da aziendecerealicolo - zootecniche (caso stu<strong>di</strong>o 4), localizzate tutte in zona vulnerabile nel basso mantovano(Oltrepò mantovano), su suoli a tessitura fine e relativamente poveri, nelle aziende cerealicole, insostanza organica.Il modello ARMOSA è stato sviluppato, calibrato e validato sulle con<strong>di</strong>zioni pedoclimatiche dellapianura lombarda con dati misurati e rilevati per 5-6 anni in <strong>di</strong>versi siti sperimentali, nell’ambito<strong>degli</strong> omonimi progetti condotti da ERSAF e UNIMI - Diprove ai cui risultati (Quaderni della RicercaProgetto Pilota SATA “Valorizzazione <strong>effluenti</strong> <strong>di</strong> <strong>allevamento</strong> e <strong>loro</strong> <strong>gestione</strong> comprensoriale“ – pag. 190

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