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valorizzazione degli effluenti di allevamento e loro gestione ... - ARAL

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ilevato la gran parte del siero viene utilizzata per produrre ricotta (769.689 t su scala nazionalesecondo l’ISTAT nel 2006), mentre la restante parte è destinata, tra<strong>di</strong>zionalmente,all’alimentazione zootecnica. Restano del tutto sconosciuti i quantitativi <strong>di</strong> acque reflue e fanghi <strong>di</strong>lavaggio prodotti dai caseifici, rientranti nella categoria dei rifiuti e quin<strong>di</strong> accompagnati da MUD.Tabella 4.1.5 – stima della quantità <strong>degli</strong> scarti lattiero-caseari. Fonte ISTAT 2006.Prodotto (t) Scala <strong>di</strong> dettaglio Settore economicosiero <strong>di</strong> latte4.118.718 NazionaleAgricoltura8.683.072 Nazionale Industrialatticello (scarto burro)52.903 Nazionale Agricoltura84.164 Nazionale IndustriaTabella 4.1.6 – Coefficienti <strong>di</strong> resa alla caseificazione. Fonte APAT-CRPA.Prodotto scarto (%)Latte alimentare, panna, yogurt 20Formaggidura (grana) 90semidura (provolone) 83molli (taleggio, crescenza) 75freschi 75Scarti della Trasformazione dei Prodotti Vegetali: i settori delle produzioni vegetali che, per quantoverificato e <strong>di</strong>battuto, generano una quantità <strong>di</strong> scarto “apprezzabile” sono:• il pomodoro da industria;• il settore della IV gamma (prevalentemente insalate da cespo);• l’industria conserviera;• il settore enologico ed oleario;• la lavorazione e la trasformazione <strong>di</strong> patate e cipolle;• la lavorazione del mais dolce;• la lavorazione della frutta per la produzione <strong>di</strong> succhi e conserve.Le lavorazioni del “fresco” (frutta e verdura) generano una modesta quantità <strong>di</strong> scarti masoprattutto la <strong>loro</strong> produzione avviene per la gran parte “in campo”. Ne consegue che lo scartorisulta, in pratica, irrecuperabile. Limitando l’analisi ai soli settori precedentemente elencati occorresottolineare la completa assenza <strong>di</strong> dati statistici relativamente alla produzione <strong>di</strong> scarti e/osottoprodotti. Anche in questo caso è quin<strong>di</strong> giocoforza ricavare ciò che occorre partendo dallaproduzione principale. Nel comparto delle trasformazioni dei prodotti vegetali vi sono tuttavia dasegnalare ulteriori <strong>di</strong>fficoltà. Statisticamente sono <strong>di</strong>sponibili i dati relativi alle coltivazioni praticatein un dato territorio. A tale dato basterebbe “abbinare”, come in precedenza, le rese produttive e irelativi coefficienti <strong>di</strong> resa alla trasformazione per stimare la quantità <strong>di</strong> scarto generata. Questomodo <strong>di</strong> operare non tiene, tuttavia, in debito conto del seguente aspetto: la produzioneProgetto Pilota SATA “Valorizzazione <strong>effluenti</strong> <strong>di</strong> <strong>allevamento</strong> e <strong>loro</strong> <strong>gestione</strong> comprensoriale“ – pag. 79

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