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valorizzazione degli effluenti di allevamento e loro gestione ... - ARAL

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Scarti dell’industria alimentare e delle bevande: per questo comparto è risultato impossibilereperire dati puntuali circa la tipologia e la quantità <strong>di</strong> scarti prodotti. L’unico dato utilizzabile èquello della produzione <strong>di</strong> rifiuti speciali non pericolosi (co<strong>di</strong>ce CER 02) dato <strong>di</strong>sponibile sia nellestatistiche ISTAT che in quelle ISPRA. (tab. 4.1.9). Non è stato possibile approfon<strong>di</strong>re questo datoscomponendolo nelle <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> biomasse. I dati risultano molto <strong>di</strong>fferenti tra <strong>di</strong> <strong>loro</strong> puressendo relativi ad anni <strong>di</strong>versi.Tabella 4.1.9 – produzione <strong>di</strong> rifiuti speciali non pericolosi dell’industria alimentare.SCARTI INDUSTRIA ALIMENTARE Quantità (t) Fonte Dettaglio AnnoRifiuti speciali non pericolosi 160.194 (**) ISPRA Provinciale 2006Rifiuti speciali non pericolosi 449.907 ISTAT Provinciale 2005(**) il dato è la sommatoria dei dati delle province lombardeIndagine territorialeCome più volte sottolineato, viste le carenze rilevate nelle fonti documentali si è ritenuto opportunoricercare <strong>di</strong>rettamente “sul campo” quanto occorrente allo sviluppo dell’analisi in<strong>di</strong>viduando isoggetti <strong>di</strong>retti produttori <strong>degli</strong> scarti in<strong>di</strong>cati in tabella 2: le aziende agroalimentari. A questoproposito il primo passo effettuato è stato quello <strong>di</strong> consultare il sito web <strong>di</strong> Confindustria percercare le associazioni <strong>di</strong> settore legate all’agroalimentare, a cui chiedere informazioni relative ai<strong>loro</strong> associati (tab. 4.1.10). L’obiettivo era quello <strong>di</strong> effettuare una prima verifica sulla presenza omeno <strong>di</strong> dati utili agli scopi del presente lavoro e al contempo ricavare in<strong>di</strong>cazioni su quanti e qualiimpianti visitare per ogni comparto. Una <strong>di</strong>fficoltà emersa in questa fase è stata quella dellalocalizzazione delle varie associazioni facenti capo a Confindustria le quali, per la gran parte,possiedono un’unica sede nella capitale senza se<strong>di</strong> secondarie in regione Lombar<strong>di</strong>a.Tabella 4.1.10 – Associazioni aderenti a ConfindustriaTipologia ProdottoScarti <strong>di</strong> MacellazioneScarti lattiero-caseariScarti trasformazione prodotti vegetaliOli e grassi vegetaliScarti industria alimentare e delle bevandeContattiASSICA - Associazione Industriali delle CarniASSOCARNI - Associazione Nazionale Industria e Commercio Carni eBestiameASSOLATTE - Associazione Italiana Lattiero-CaseariaANICAV - Associazione Nazionale Industriali Conserve AlimentariVegetaliFEDERVINI - Federazione Italiana Industriali Produttori Esportatori edImportatori <strong>di</strong> Vini, Acquaviti, Liquori, Sciroppi, Aceti ed AffiniASSITOL - Associazione Italiana dell' Industria OleariaFEDERCHIMICA - Federazione Nazionale dell'Industria ChimicaAIDI - Associazione Industrie Dolciarie ItalianeAIIPA - Associazione Italiana Industrie Prodotti AlimentariUNIPI - Unione Industriali Pastai ItalianiASSOBIBE - Associazione Italiana tra gli Industriali delle BevandeAnalcoolicheASSOBIRRA - Associazione <strong>degli</strong> Industriali della Birra e del MaltoProgetto Pilota SATA “Valorizzazione <strong>effluenti</strong> <strong>di</strong> <strong>allevamento</strong> e <strong>loro</strong> <strong>gestione</strong> comprensoriale“ – pag. 81

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