Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

IL SETTECENTO: SECOLO DI RIFORME 617
Nel detto monte si dovrebbe ripartire in 5 anni l’uso della legna, obbligando a lasciar
due o tre allievi per ogni scieppata, e che non si possino più cavare le scieppate essendo
in oggi quasi del tutto cavate e distrutte.
Allegato B
1766. Li 15 e 16 settembre in Uggiate. Proposizione di Francesco Maria Zoppi per il
Doslongo.
Il medesimo si assumerà l’obbligo di coltivare circa pertiche 30 di detto Doslongo
dalla parte in confine di Albiolo a tramontana e del gerbo di Marta Caversaccia a levante.
Le diguasterà e lo renderà coltivo seminerio, ed anche avidato se le viti potranno
sussistere, e vi pianterà 60 in 70 piante de moroni, e le pianterà a sua spesa, così le viti,
allorché il terreno li possa portare e reggere al freddo.
La locazione vole che duri per trenta anni in fine de quali che si debba far stimare da
persona perita quello che potrà pagare di fitto il detto terreno coltivato, moroni e viti e
fargliene altra locazione di tempo limitato che il medesimo addesso per allora si obbliga
di prenderlo a fitto in quel tanto che sarà deciso da detto perito, e pagarne il prezzo di
detto annuale fitto pontualmente.
Caso poi che non si trovassero obblatori di tutte le restanti 70 pertiche circa, o parte
di esse, il medesimo proporzionatamente e con le condizioni rispettivamente come sopra
si obbliga di prenderle lui nel modo come sopra.
E questa proposizione e sue cose annesse se le vengono accordate dal Convocato ed
approvate dall’E. S. Consiglio si esibisce ed obbliga nelle forme etc. di osservarle e
metterle alla sua esecuzione, e di ridurre la presente scrittura in forma legale etc. e per
fede si sottoscrive di proprio pugno etc.
Sottoscritto: Francesco Maria Zoppi – Pier Antonio Mainoni Regio Cancelliere Delegato.
Allegato C
1766. Li 20 settembre in Uggiate. Proposizione di Giuseppe Bernascone, di Giovan
Battista Fragi, di Carlo Franzi e di Giuseppe Balarino eguale a quella di Francesco
Maria Zoppi delli giorni 15 e 16 settembre corrente, ma con la condizione che se a loro
non convenisse di piantare li moroni o che non avessero l’abilità, in questo caso prevenuti
dalla Comunità, sia di questa la libertà di piantarli la medesima e d’essere la foglia
di detta comunità, né potersi da detti affittuari Giuseppe Bernasconi, Giovan Battista
Frangi, Carlo Franzi e Giuseppe Ballarino inibire o ostare a detta Comunità l’utile che
ne po’ ricavare da detta foglia de mori, quando la medesima avesse fatta la spesa della
provista delle piante, e sua piantazione etc. i quali pezzi devono essere situati come nel
disegno progressivamente.
E questa eguale proposizione e sue cose annesse se li vengono accordate dall’E. S.
Consiglio si esebiscono ed obbligano nelle forme etc. di osservarle, e metterle alla sua
plenaria esecuzione e di ridurre la presente scrittura in forma legale etc. e per fede si sono
sottoscritti di propri pugno.
Sottoscritti: Io Giuseppe Bernascone afermo come sopra
Io Carlo Franzi afermo come sopra
Giovan Battista Frangi afermo come sopra