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Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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628<br />

UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

Marco Canova <strong>di</strong> Chiasso, padre <strong>di</strong> Maria, moglie <strong>di</strong> Carlo, maggiore un anno <strong>di</strong> lui,<br />

che gli aveva dato almeno i cinque figli documentati nell’Archivio Parrocchiale <strong>di</strong> Ronago:<br />

Giuseppe Antonio (1755), Domenico (1757), Francesco (1759), Rosa Maria<br />

(1766), Giosuè (1768). Il figlio Domenico lo abbiamo trovato nel 1772 a testimoniare<br />

sul fermo dei cavallanti <strong>di</strong> Cadorago nella Selvetta.<br />

51<br />

ASCo, Ex Biblioteca, c. 4, f. 30/2.<br />

52<br />

ASCo, Catastini (comune <strong>di</strong> Ronago).<br />

53<br />

M. MASCETTI, Ronago, pieve d’<strong>Uggiate</strong>, terra <strong>di</strong> frontiera, Ronago 1989, p. 195.<br />

54<br />

ASCo, Prefettura, c. 100, f. 2174.<br />

55<br />

Si è voluto trascrivere fedelmente anche il segno @ che si usava come abbreviazione<br />

<strong>di</strong> a dì, ossia in data, facendo seguire la specificazione del giorno, del mese e<br />

dell’anno. È lo stesso segno che adesso chiamano «chiocciola» ed entra a comporre gli<br />

in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> posta elettronica. Sicché la «chiocciola» è tutt’altro che una novità!<br />

56<br />

ASCT, c. 48.<br />

57<br />

Nel fondo Prefettura dell’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Como si conservano i primi progetti<br />

e/o gli atti relativi alla costruzione dei cimiteri <strong>di</strong> vari paesi della pieve: Gironico (c.5, f.<br />

68), Caversaccio (c. 17, f. 254), Camnago (c. 39, f. 744), Casanova (c. 27, f. 496), Cagno<br />

(c. 27, f. 497) Rodero (c. 57, f. 1072), Ronago (c. 62, f. 1178), Parè (c. 65, f. 1235),<br />

Olgiate (c. 107, f. 2435), Drezzo (c. 107, f. 2454).<br />

58<br />

L. CAVADINI, Gaggino 1892-1992 cento anni <strong>di</strong> Chiesa, Gaggino 1992, pp. 17-18.<br />

59<br />

ASMi, Religione, parte antica, c. 3556.<br />

60<br />

Sui terreni in conduzione dai Bernasconi, in base ad un inventario del 1774,<br />

c’erano 113 pioppi, 550 roveri <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa età, 31 noci, 72 castagni, 10 galbine, 148 moroni,<br />

1756 viti da vino mezzane, 766 viti novelle, 1198 viti ormai grame da sostituire, 3<br />

ciliegi, 6 salici, 216 altre piante forti, 5 piante dolci (ASMi, Religione, parte antica, c.<br />

3556).<br />

<strong>61</strong><br />

Il rapporto <strong>di</strong> valore è stato ipotizzato sulla base della stima della vacca (80 lire) e<br />

della manzetta (40 lire), traducendole rispettivamente in 2 e 1 milione circa. Significa<br />

che 1 lira <strong>di</strong> allora corrisponde circa a 25.000 lire <strong>di</strong> oggi.<br />

62<br />

Sottosopra, significa più o meno, circa. È la traduzione della corrispondente<br />

espressione <strong>di</strong>alettale sott-sura.<br />

63<br />

A integrazione della nota 58, si aggiunge che sui terreni assegnati alla masseria <strong>di</strong><br />

<strong>Trevano</strong> Superiore, già affittata a Saverio Sassi, sono censite le seguenti piante: 37<br />

pioppi, 58 roveri, 273 castagni, 1 galbina, 192 moroni, 5.962 viti tra buone e me<strong>di</strong>ocri,<br />

1.054 viti novelle, 346 viti grame, 110 viti in pergola, 6 ciliegi, 5 meli, 3 peri, 1 albicocco<br />

(«mognaghe»).<br />

64<br />

Per bollo asciutto si intendeva la bollatura della misura per i prodotti secchi (come<br />

lo staio); per bollo bagnato la bollatura delle misure per i liquin<strong>di</strong> (come la brenta o le<br />

pinte e i boccali in uso nelle osterie).<br />

65<br />

Per «oratorio» si intende la chiesa <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong> o la cappella <strong>di</strong> S. Alò che si trovava<br />

proprio <strong>di</strong> fronte al mulino del Pettola superiore (ultimamente noto come del Carlàn)?<br />

Se fosse questa, la notizia sarebbe interessante, perché sarebbe stata ancora in uso.

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