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Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

apposita licenza e <strong>di</strong> tenere con sé una specie <strong>di</strong> «bolla <strong>di</strong> accompagnamento»,<br />

ossia un libretto, su cui annotare fedelmente <strong>di</strong> volta in volta le<br />

quantità <strong>di</strong> granaglie prelevate dai clienti (che dovevano essere entro la<br />

fascia delle tre miglia e non oltre) e trasportate al mulino per la macina,<br />

quin<strong>di</strong> le quantità <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> ritorno: tutto quello che non tornava in<strong>di</strong>etro<br />

come farina, era da presumersi contrabbandato verso la Svizzera, con<br />

conseguenti sanzioni.<br />

La cosa non fu gra<strong>di</strong>ta ai mugnai della regione frontaliera, quasi tutti<br />

analfabeti, che rischiavano <strong>di</strong> essere multati se non avessero marcato correttamente<br />

le merci trasportate e se avessero trasbordato rispetto alla fascia<br />

delle tre miglia.<br />

Alcuni <strong>di</strong> loro, come quelli della valle del Lanza (Valmorea), presi<br />

dall’angoscia e dalla preoccupazione, ricorsero agli uffici governativi per<br />

essere sgravati dall’obbligo del libretto, data la tenuità delle granaglie<br />

trasportate; quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> poter risalire fino a Malnate, oltre le fati<strong>di</strong>che tre<br />

miglia, per raccogliere i grani da macinare.<br />

Nel bel mezzo del polverone suscitato dalle <strong>di</strong>sposizioni governative,<br />

si fecero incontri tra i rappresentanti dei mugnai e gli uffici fiscali per introdurre<br />

qualche correttivo e semplificazione. Tra l’altro si venne a sapere<br />

che il mugnaio Baldassarre Mina, che conduceva il Molino del Trotto<br />

sotto Cagno, aveva ottenuto un’agevolazione: quella <strong>di</strong> non essere obbligato<br />

a registrare i trasporti <strong>di</strong> granaglie in quantità inferiore a 6 staia (più<br />

o meno un quintale).<br />

Come mai questo «raccomandato <strong>di</strong> ferro»? Egli, in verità, lavorava<br />

nel mulino che era stato <strong>di</strong> proprietà del «Segretario Larghi», vale a <strong>di</strong>re<br />

del segretario generale del governo milanese. Con una simile entratura il<br />

tutto appare chiaro. Al che, da parte <strong>di</strong> tutti gli altri, per il tramite<br />

dell’Intendente <strong>di</strong> Como, Antonio Cravenna, si chiese <strong>di</strong> generalizzare<br />

tale agevolazione, che avrebbe riassorbito gran parte dei problemi, perché<br />

molti mugnai lavoravano nelle con<strong>di</strong>zioni previste per un tal esonero. Ed<br />

il Magistrato Camerale (noi <strong>di</strong>remmo il ministro delle Finanze) <strong>di</strong>ede il<br />

suo assenso, come appare dalle <strong>di</strong>sposizioni annotate dal suo ufficio sulla<br />

domanda inoltrata dal nostro Intendente il primo settembre 1772; <strong>di</strong>sposizioni<br />

da lui sottoscritte, ai fini della risposta da dare al funzionario comasco<br />

e per conoscenza agli uffici dell’Annona: «1772. 5 settembre. Si<br />

preparino le domandate licenze. Si scriva all’Intendente affermativamente<br />

per il Paragrafo <strong>di</strong> facilitazione aggiunto alle licenze de molinari».

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