Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

UGGIATE CENTRO RELIGIOSO DELL’ANTICA PIEVE 829
è chiusa la parentesi di collaborazione con don Filippo Rusca, il canonico
rettore di Ronago, e il prevosto si è rivolto ad un prete novello pescato
fuori della cerchia del capitolo. Ma i rapporti con don Nicolò del Pero
non devono essere stati dei più idilliaci.
Soprattutto l’«industria del caro estinto», che già nel Medio Evo aveva
inquinato i rapporti tra i canonici ed i monaci di Sant’Ambrogio a Milano,
tanto che gli uni e gli altri si fecero un loro campanile per non avere
l’uso promiscuo delle campane, specialmente in occasione dei funerali;
che a tutt’oggi scatena una vorace concorrenza tra le imprese di pompe
funebri ed i marmisti; non mancava di alimentare anche nel secolo XVI i
dissapori tra il prevosto o il suo cappellano ed i canonici uggiatesi per la
spartizione dei proventi dei funerali.
Per mettere fine alle liti e controversie il 14 dicembre 1551 il prevosto
da una parte ed i canonici Ludovico Peregrini (curato di Drezzo), Gian
Antonio Rusconi (curato di Novazzano), Filippo Rusconi (curato di Ronago)
e Marc’Antonio Trevano dall’altra si trovano davanti al reverendo
Gian Antonio Volpi, vicario generale del vescovo Bernardino della Croce,
per definire patti e convenzioni da osservarsi nei rapporti tra prevosto
e canonici per il futuro. 75 Tra le altre cose convengono che il prevosto, in
caso di sua assenza dalla sede, non nomini più cappellani sostituti; ma,
sia nella cura d’anime sia nelle celebrazioni ad Uggiate, lo sostituiranno i
canonici stessi. I funerali con i loro proventi saranno tutti dei canonici,
che in compenso si faranno carico delle spese per la cera ed i lumi per
tutte le celebrazioni nella chiesa, comprese le messe solenni cantate, se il
prevosto deciderà di non stare ad Uggiate. Egli lascerà ai canonici anche
le primizie di Ronago, per i quali si assumono l’obbligo tradizionale di
dare da bere vino agli uomini di Ronago in occasione delle processioni
rogazionali, oltre che di assicurare là le celebrazioni di consuetudine, che
toccherebbero al prevosto. Per eventuali questioni sulla applicazione dei
nuovi patti, si rimetteranno al semplice arbitrio del vicario generale.
Frattanto in quegli ultimi decenni erano ruotati vari altri canonici titolari
delle prebende uggiatesi, oltre a quelli che già si sono citati,
quand’anche non residenti. Tra gli altri Andrea del Ponte, cui sarebbe subentrato
per sua rinuncia il fratello Cresso o Cressino; Francesco Zerbi di
Saronno, Silvio Bagaruto milanese. 76 Particolare menzione merita Bernardino
della Croce, da Riva San Vitale: il 27 novembre 1537 troviamo
suo fratello Paolo, che in qualità di procuratore dello stesso Bernardino