Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

UGGIATE CENTRO RELIGIOSO DELL’ANTICA PIEVE 865
città non nasceva da «zelo per coltivare la vignia, né accrescere il culto
di Dio, ma più tosto … per ritirarsi alle loro case con li loro parenti
quelli che sono cittadini, … perché … li rincresce l’andar a suplire le
capelanie festive» e perché stavano mal volontieri a Uggiate dove non
trovavano l’elemosina delle messe feriali. Ed osservavano che a Como,
se si voleva assicurare assistenza religiosa, c’era comunque la possibilità
di avvalersi dei sacerdoti presenti nei numerosi conventi e monasteri.
Perciò sarebbe stato preferibile che i canonici restassero in luogo, facendosi
carico di una migliore assistenza spirituale ai malati, di istruzione ai
bambini sia religiosa sia per imparare a leggere e scrivere, coadiuvando il
prevosto ad assicurare la cura delle anime nei paesini della cura.
Di fatto per il momento il capitolo restò ad Uggiate e sopravvisse fino
alla soppressione decretata da Giuseppe II nel 1781. Si capisce allora
come in questo clima al tempo del prevosto Gabriele Torriani si siano
man mano rese finalmente autonome le chiese prima vice-parrocchiali:
quella di Drezzo dal 16 dicembre 1752; quella di Camnago dal 25 novembre
1771; quella di Rodero dall’8 luglio 1785; oltre a quella di Caversaccio
e di Albiolo. Durante la vacanza della prevostura dopo la morte
di don Giuseppe Cassarini, il 15 marzo 1752 i canonici avevano espresso
il loro assenso anche al distacco di Ronago, che però si sarebbe di fatto
realizzato in modo tacito in età napoleonica.
Dell’antica cintura di chiese filiali ruotanti attorno alla collegiata rimasero
come fedeli satelliti solamente quella di Trevano e, per il momento,
quella di Gaggino, che nel 1784 furono dotate di un vicario, anziché
essere servite da un canonico in via di estinzione. E si è visto come
allora sia stata formalmente istituita una vicarìa anche ad Uggiate.
Il primo vicario di Trevano, dove prima risiedeva come cappellano il
canonico Gian Antonio Nolli, originario di Montronio Intelvi, che abitava
in affitto nel castello, 127 fu don Francesco Butti; per Uggiate don Carlo
Lafranconi. Gli obblighi dei vicari furono definiti con un preciso disciplinare,
di cui si trascrive il testo tra i documenti.
La nomina dei vicari intervenne provvidenzialmente, giacché il prevosto,
come appare da una richiesta che egli inoltrò al Governo nell’ottobre
del 1788 per ottenere la «giubilazione», ossia il pensionamento, «da dieci
anni a questa parte è tormentato ed oppresso da una malattia abituale la
più penosa, che gli rende gravemente incomodo l’adempimento de’ suoi
doveri parocchiali, come potrà rilevarsi dall’annesso attestato dell’Il-