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Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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DALL’UNITÀ D’ITALIA AL 1945 751<br />

aspettava nella zona istriana e illirica. L’insod<strong>di</strong>sfazione dei reduci, la<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> reinserimento lavorativo nella fase <strong>di</strong> riconversione<br />

dell’industria <strong>di</strong> guerra in industria <strong>di</strong> pace, quin<strong>di</strong> la <strong>di</strong>soccupazione<br />

alimentarono le tensioni sociali, che si tradussero in contrapposizione fra<br />

il mondo operaio socialista ed il potentato economico reazionario, che<br />

paventava l’espansione in Europa del bolscevismo sovietico, fresco <strong>di</strong><br />

rivoluzione. Nel clima socio-politico teso, lo Stato appariva debole ed<br />

incapace <strong>di</strong> controllare la situazione, così che si spianò la strada<br />

all’avvento della <strong>di</strong>ttatura fascista. L’ascesa <strong>di</strong> Mussolini al potere<br />

trovava forzato consenso anche in quel <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong> e <strong>Trevano</strong>, tanto che<br />

pure dai due Consigli Comunali gli si attribuì la citta<strong>di</strong>nanza onoraria. 18<br />

Le opere promosse dai podestà<br />

Il Fascismo abolì la figura del sindaco elettivo, sostituito dal podestà<br />

<strong>di</strong> nomina prefettizia, che in pratica aveva ogni potere decisionale già del<br />

Consiglio o della Giunta. La vita amministrativa, dunque, si svolgeva<br />

secondo criteri del tutto nuovi, e le buone o le cattive sorti dei comuni<br />

<strong>di</strong>pendevano solo dalla rettitu<strong>di</strong>ne e dalla sensibilità personale dei<br />

podestà scelti dal Governo. Al <strong>di</strong> là dell’ostentato ossequio al regime, che<br />

era d’obbligo per poter essere tenuti in considerazione dalle superiori<br />

autorità, i podestà generalmente cercarono <strong>di</strong> promuovere le opere<br />

pubbliche, assecondando la politica <strong>di</strong> tonificazione dell’immagine del<br />

regime, che con i lavori pubblici cercava <strong>di</strong> muovere un po’ l’economia,<br />

che soprattutto con la crisi mon<strong>di</strong>ale del 1929 segnava il passo.<br />

Tra le opere più importanti dell’epoca, oltre alla citata scuola <strong>di</strong><br />

<strong>Trevano</strong>, realizzata dal podestà Pedroni (era <strong>di</strong> Faloppio), va segnalato<br />

per <strong>Uggiate</strong> l’ampliamento del cimitero già progettato nel 1932<br />

dall’ingegner Carlo Ponci, poi mo<strong>di</strong>ficato nel 1938 dall’ingegner Attilio<br />

Terragni (fratello del famoso architetto Giuseppe), su commissione del<br />

podestà Censi.<br />

Il Terragni progettò anche la nuova cappella. Le opere furono eseguite<br />

dalla Ditta Pietro Maino <strong>di</strong> Olgiate. La cappella fu decorata con l’inserto<br />

scultoreo della Deposizione <strong>di</strong> Giuseppe Mozzanica. Fu benedetta dal<br />

vescovo Macchi il 31 marzo 1940, in occasione della visita pastorale.<br />

Si fecero anche lavori al Circolo, chiamato allora Dopolavoro «Filippo<br />

Corridoni», presso il quale funzionava la scuola <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno; e si abbatté la<br />

caserma che sporgeva sulla Via Vittorio Veneto.

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