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Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

Al mio arrivo trovai la chiesa spoglia <strong>di</strong> candele, le confraternite<br />

esauste, registrazioni monche, fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> cassa miseri. Notare che si era<br />

negli anni economicamente più flori<strong>di</strong>: due stabilimenti serici in paese,<br />

numerosi emigranti in Francia e nella Svizzera con intensità <strong>di</strong> lavoro e<br />

coll’aggio sulla moneta (L. 100 francesi equivalevano a L. 130 italiane, e<br />

L. 100 svizzere fino a L. 600! Anche oggi il franco svizzero vale in monete<br />

nostre L. 3,75) che ritornavano danarosi in famiglia, schiere <strong>di</strong><br />

meccanici e muratori a Como, a Varese, a Milano; trionfavano i <strong>di</strong>vertimenti<br />

ed il lusso, ma si era anche generosi per la chiesa. I sodalizi e la<br />

Fabbriceria erano, come ora, amministrati dal prevosto, il quale non lasciò<br />

avvanzi.<br />

Il Sac. Can. D. Alcide Valli Prev. Di Vergosa il 28 Ottobre 1924 a<br />

Rodero mi <strong>di</strong>ceva che l’ex prevosto D. Rumi gli aveva affidato a Lenno<br />

Lire tremila da dare al nuovo prevosto suo successore pei bisogni della<br />

sua chiesa, e che egli, invece <strong>di</strong> attendere la mia venuta, li aveva consegnati<br />

a Mons. Vescovo. Scrissi tosto a Mons. Vescovo Archi <strong>di</strong>mostrandogli,<br />

come gli <strong>di</strong>ssi anche a voce, che tale somma non poteva essere altro<br />

che la doverosa e coscienziosa rifusione <strong>di</strong> ciò che D. Rumi teneva<br />

come amministratore degli enti parrocchiali: e come poteva supporsi che<br />

D. Rumi facesse un dono così vistoso alla parrocchia che non era più<br />

sua, mentre gli uggiatesi stessi gareggiavano per soccorrerlo? Chiedere<br />

spiegazioni a lui era impossibile perché alienato <strong>di</strong> mente in manicomio.<br />

Ma il Vescovo mi rispondeva che tale somma gli occorreva per mantenerlo<br />

a sue spese in manicomio, e che d’altronde non si era certi<br />

dell’obbligo <strong>di</strong> rifonderli come spettanti alla chiesa <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong>. E così<br />

non ebbi il becco d’un quattrino.<br />

Che <strong>di</strong>re poi dell’Oratorio-Teatro? Mastodonte fabbricato in luogo<br />

infelice che per la sottrazione della miglior parte del fondo parrocchiale,<br />

per la nessuna idea <strong>di</strong> Oratori giovanili da parte del costruttore, e per<br />

aggiunta antiacustico, per quella facciata lussuosa in luogo così fuori <strong>di</strong><br />

vista, è un monumento che attesta la mancanza <strong>di</strong> criterio in chi lo e<strong>di</strong>ficò.<br />

Non possiamo giovarcene che per le recite e per il cinema, ed il giar<strong>di</strong>no<br />

parrocchiale si è creato in seno un’occasione <strong>di</strong> vandalismi e <strong>di</strong><br />

furti. Dove le sale <strong>di</strong> convegno? Dove il cortile <strong>di</strong> ricreazione? E perché<br />

non costruirlo prospiciente alla piazza? D. Sironi invece con molto maggior<br />

criterio batteva perché, demolita l’abitazione del Vicario, si costruisse,<br />

sempre in corpo colla casa parrocchiale, un fabbricato più am-

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