Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE
6 settembre 1838 sarebbe stato incoronato re del Lombardo-Veneto, era
stato prima in visita a Como.
L’evento straordinario dovette essere molto sentito dal popolo, tanto
che il Convocato comunale di Uggiate, viene riunito in forma straordinaria
il 5 aprile per «deliberare sul progetto di qualche nuova opera di pubblica
utilità nel divisamento di eternare la memoria della venuta in questa
Provincia di Sua Maestà l’amatissimo nostro Sovrano». Si propose e discusse
la costruzione di una cupola sul campanile con impianto del parafulmini
e la costruzione di una fontana pubblica «servibile anche per lavatoio»,
che si sarebbe voluto addirittura intitolare a Ferdinando I.
Dopo ampio dibattito si decise per la cupola del campanile con il parafulmine,
giacché l’anno prima era caduto un fulmine sulla chiesa e aveva
provocato «notabili guasti». Pertanto la proposta del lavatoio fu per il
momento accantonata; mentre quella del campanile avanzò, ma con delle
varianti, di cui si dirà nel capitolo sulla evoluzione della chiesa.
Frattanto per lavare i panni le donne di Uggiate si recavano al Riale
che scende dalla Pauzzella. Appena sotto il ponte dei Gamberi c’era una
vasca, a sinistra rispetto al riale. L’acqua che defluiva dal lavatoio veniva
usata anche per mettere in ammollo e imbiancare la tela. Ma i contadini
affittuari dei Solari, che abitavano ai Gamberi, avevano formato delle
chiuse per deviarla a irrigare i fondi lavorati da loro. Queste informazioni
si apprendono tra il corposo carteggio formato sulla vertenza seguita alla
costruzione della fontana avvenuta dopo oltre vent’anni.
Infatti con una convenzione del 20 aprile 1850 tra il Comune e i signori
Dupuy e Corbellini, questi si fecero carico di realizzare un nuovo
lavatoio, che fu progettato nel maggio 1851 dall’ingegner Giuseppe
Santagostino di Milano e fu realizzato più in giù verso il paese, sul lato
destro della strada di Somazzo, a circa 40 metri dalla diramazione, derivando
l’acqua con un tombino che attraversava la carreggiata.
I Dupuy e Corbellini si erano prestati all’operazione perché a loro interessava
derivare l’acqua del riale sui loro fondi, che stavano su quel
lato della strada, per poi incanalarla e farla defluire verso Trevano, attraversando
con un tombino la strada della Crösa.
I Pellegrini e Cattoni, massari del signor Giuseppe Solari, abitanti ai
Gamberi, si sentirono danneggiati perché prima, come detto, usavano loro
l’acqua per irrigare i fondi agricoli (là dove ora sorge la Casa di Riposo);
perciò i loro padroni scatenarono il contenzioso. La vertenza giudi-