Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE
Per fortuna (o per astuzia o previdente intelligenza?), probabilmente
intuendo come si sarebbero messe le cose, Salvatore Bernasconi il giorno
dopo il fatto era tornato sul luogo e aveva tracciato una croce sulla corteccia
di un paio di castagni per fissare il punto esatto in cui era avvenuto
il fermo. Era indiscutibilmente su territorio del comune di Drezzo.
Le conclusioni dell’indagine del Podestà, sentite tutte le persone coinvolte
e vista la perizia tecnica, furono che la violazione dei confini era
stata fatta da quei di Seseglio e non dagli uomini del dazio di Romazzana,
che avevano agito per far rispettare le leggi.
A questo punto da Milano, indirizzata al Prefetto di Mendrisio (così
nelle carte milanesi è chiamato il Landfogt) partì una lettera di protesta a
nome di Sua Altezza Reale il principe Ferdinando d’Austria, governatore,
a firma del conte Firmian, ministro plenipotenziario, con la quale si deprecava
l’episodio e si chiedevano sanzioni nei confronti di chi si era reso
responsabile, se si voleva mantenere un rapporto di buon vicinato tra i
due Stati. Portava la data del 3 aprile, sabato antecedente la domenica
delle Palme, giacché quell’anno la Pasqua cadeva l’11 aprile.
La coincidenza con la settimana santa permise all’Holzac di prender
fiato prima di rispondere a una simile battuta sulle orecchie. Forse si consigliò
più in alto, forse cercò di racimolare qualche ragione. Ed il 21
aprile rispose, scusandosi per il ritardo dovuto al periodo pasquale, ed
ammettendo che anche lui si era persuaso, alla luce delle informazioni
assunte e verificate, che la violazione dei confini era stata commessa da
quelli di Seseglio. A loro scusante, però, sembrava che ci potesse essere
qualche confusione nella individuazione esatta dei confini, per
l’andamento trasversale ai prati in quella zona. Poteva esser sembrato che
ci fosse stata violazione da parte degli uomini di Romazzana, perché tra
loro e i cavallanti di Cadorago c’era stato un tira e molla dei muli verso
Seseglio o verso Chiasso Maggiore; e poi per scendere dal sentiero in costa
che viene giù da Drezzo sulla strada in piano che va verso Trevano e
Uggiate guardando da Seseglio era parso che avessero toccato il territorio
svizzero e per questo erano intervenuti. Perciò era il caso di dimenticare
il «piccolo fallo» della gente di Seseglio, e mantenere rapporti collaborativi
tra gli Stati.
La risposta del conte Firmian in data 4 maggio, pur prendendo atto
della volontà di pacificazione, era piuttosto franca, per non dire infastidita
del fatto che si volesse minimizzare la gravità del comportamento