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Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE CENTRO RELIGIOSO DELL’ANTICA PIEVE 871<br />

Nell’ottobre 1883 ecco una terza andata a Roma. «A nome e colla<br />

rappresentanza del Vescovo, viaggiai in ferrovia <strong>di</strong> I a classe». Tappa a<br />

Loreto, a Firenze dove stette «incantato a guardare la torre <strong>di</strong> Giotto», a<br />

Pisa. E per il resto si rimanda alla trascrizione tra i documenti.<br />

Da tutto questo si desume che il prevosto Mojana, pur con la pia intenzione<br />

del pellegrinaggio, amava fare anche il turista. Tant’è che già<br />

nel 1876 non aveva mancato l’occasione <strong>di</strong> recarsi a Lourdes, senza lasciarsi<br />

sfuggire una puntata fino a Parigi: motivo per cui avrebbe ben<br />

potuto fare il paragone con Napoli. Anche <strong>di</strong> questo viaggio si pubblica<br />

la relazione tra i documenti.<br />

Il 18 ottobre 1885 mons. Luigi Mojana fu solennemente festeggiato<br />

per il 50° <strong>di</strong> sacerdozio, con la partecipazione del vicario generale mons.<br />

Merizzi, in rappresentanza del vescovo. Per l’occasione gli furono regalati<br />

due quadri: uno dal popolo rappresentante lo Sposalizio della Vergine,<br />

uno dal clero della pieve rappresentante il suo patrono San Luigi<br />

Gonzaga. In quello stesso anno era stato or<strong>di</strong>nato un sacerdote <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong>:<br />

don Gian Battista Quadranti.<br />

Nel 1886 si celebrò il 50° <strong>di</strong> mons. Carsana con una solenne funzione<br />

religiosa a Como, in Duomo, con la partecipazione <strong>di</strong> due vescovi originari<br />

della <strong>di</strong>ocesi: mons. Miotti, vescovo <strong>di</strong> Parma, e mons. Scalabrini,<br />

vescovo <strong>di</strong> Piacenza. Anche il prevosto <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong> fu presente, e durante<br />

il pranzo lesse un in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> omaggio al vescovo. Nel ritorno, tra Olgiate<br />

e il Gerbo (evidentemente aveva preso il treno), fu sorpreso da una<br />

forte bufera d’acqua e vento, tanto che corse serio pericolo <strong>di</strong> vita. Forse<br />

anche questo evento contribuì a cagionare la malattia, un carcinoma renale,<br />

che lo avrebbe portato alla morte.<br />

Morì a mezzogiorno il 28 giugno 1888, dopo quasi 40 anni <strong>di</strong> permanenza<br />

ad <strong>Uggiate</strong>, confortato dalla bene<strong>di</strong>zione del papa. Era la vigilia<br />

della festa patronale dei Santi Pietro e Paolo: durante la lunga sofferenza<br />

«aveva l’infermo manifestato più volte il desiderio che il Signore gli facesse<br />

la grazia <strong>di</strong> poter celebrare in cielo la prossima solennità dei santi<br />

Titolari della parrocchia». E fu esau<strong>di</strong>to. Aveva 75 anni.<br />

Nel suo testamento spirituale egli raccomandava l’attaccamento al<br />

Sommo Pontefice, e l’ubbi<strong>di</strong>enza interiore ai suoi coman<strong>di</strong>; l’ubbi<strong>di</strong>enza<br />

e il rispetto al Vescovo ed anche al Parroco. Ed esortava i parrocchiani a<br />

guardarsi dal liberalismo, ossia dalla cultura laicistica, restando fedeli ai<br />

principi della religione cattolica, mantenendo in fiore le associazioni.

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