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Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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RIVOLUZIONE RESTAURAZIONE RISORGIMENTO<br />

lettere alfabetiche, così le bambine imparavano a leggere e i punti da ricamo<br />

per marcare il corredo.<br />

Le prime aule scolastiche furono prese in affitto: anzi, si trattava <strong>di</strong> un<br />

solo locale, che <strong>di</strong> solito veniva usato anche per le riunioni del Consiglio<br />

Comunale. Si è constatato che negli anni ’20 e ’30 era in casa Somaini.<br />

Nel 1847 figura in casa del vicario don Francesco Argenti; ma era presumibilmente<br />

un ripiego provvisorio, perché dovevano essere in corso<br />

lavori <strong>di</strong> riassetto in casa Maderni. Infatti si registra in quell’anno un <strong>di</strong>battito<br />

piuttosto polemico sulla conferma o meno dell’affitto dell’aula da<br />

Pietro Maderni; probabilmente quella che in cui era partita la scuola privata<br />

femminile. L’estimato Carlo Caprera si <strong>di</strong>chiara contrario, anche per<br />

il fatto che Pietro Maderni non avrebbe avuto procura dal fratello Cesare.<br />

Perciò sembrerebbe <strong>di</strong> capire che si trattava <strong>di</strong> un locale sì dei Maderni,<br />

ma più precisamente <strong>di</strong> Cesare.<br />

Ora, nel Catasto del Regno Lombardo-Veneto, risultano intestati a<br />

Pietro Maderni gli e<strong>di</strong>fici che formano la corte ora dei Somaini addossata<br />

alla villa, gli isolati rurali sul lato opposto della strada e la corte rustica a<br />

fianco dell’attuale municipio; mentre Cesare figura proprietario<br />

dell’isolato n. 630 in piazza, sul lato opposto all’attuale farmacia. Perciò<br />

va ipotizzata lì l’ubicazione a quel tempo della scuola (fino al 1847 appunto);<br />

poi, nonostante l’affitto più alto (150 lire al posto <strong>di</strong> 90), con 25<br />

voti favorevoli contro 15 contrari nel convocato dell’11 aprile, si optò per<br />

un locale della casa parrocchiale, messo a <strong>di</strong>sposizione dal prevosto<br />

Carlo Somaini. In quello dei Maderni, infatti, c’erano problemi <strong>di</strong> riscaldamento<br />

per mancanza del camino, e <strong>di</strong> igiene per la mancanza <strong>di</strong> doppie<br />

porte verso la latrina. 27<br />

Nel 1856 si fece progettare dall’ing. Giovan Battista Bernasconi <strong>di</strong><br />

Como una casa comunale, che prevedeva al piano terra un androne coperto<br />

e l’aula scolastica, mentre al piano superiore si sarebbero collocati<br />

gli uffici comunali. Si voleva costruirla al bivio per Somazzo, sull’area<br />

dove sorge l’attuale villa Dona<strong>di</strong>ni. Ma <strong>di</strong> fatto non se ne fece nulla. 28<br />

Infatti nel 1859, a seguito dell’istituzione della segreteria comunale in<br />

forma consorziale con i comuni viciniori, l’aula scolastica in uso fu destinata<br />

come ufficio, e si dovette pensare a una sede provvisoria per la<br />

scuola. Nel 1860, a seguito <strong>di</strong> lavori <strong>di</strong> ristrutturazione della casa parrocchiale,<br />

si prese in affitto un locale più ampio dalla Fabbriceria della chiesa,<br />

in cui si teneva sia la scuola maschile che quella femminile. 29 Quanto<br />

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