Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

948 UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE
Nel 1906 si effettuarono i lavori, per un importo complessivo di lire
6.623,27. Lo zoccolo in granito bianco fu eseguito dalla Ditta Tettamanti
di Giuseppe fu Carlo e Natale di Giuseppe per 850 lire. Ci si rifornì
per i materiali alle fornaci di Trevano e di Romazzana e alla Ditta Cabiaglia
e Mazzi di Como; a Pignora per piante; a Casa Calori per sabbia; a
Tettamanti Pietro di Como per le lamiere. Telai e vetri delle finestre furono
forniti da Luigi Fontana e C. di Milano.
Prima del paramento della facciata, nel 1902-1903 si erano fatte opere
di consolidamento del campanile; ripetute nel 1937 in particolare alla
cella campanaria e alla cornice, su perizia dell’ingegner Antonio Giussani
di Como, che diresse i lavori eseguiti dalla ditta Ing. Giovanni Rodio
di Milano e dalla Ditta Angelo Catelli di Gaggino. 21
L’attuale assetto dell’esterno della chiesa, liberata sul lato nord con la
demolizione della cappella di Maria Bambina e apposizione di zoccolo in
granito rosa, risanata e reintonacata nelle pareti perimetrali, ripulita nella
facciata, altresì consolidata nella struttura delle volte, è il risultato delle
opere promosse dal prevosto don Virginio Sosio, eseguite nel 1970 dalla
Ditta Valli di Rodero, inaugurate da mons. Teresio Ferraroni il 21 novembre
1971. Per completare la segnalazione delle opere più significative
del Novecento, si ricordano le riparazioni alla facciata eseguite nel
1981, l’impianto di termoventilazione allestito nel 1986, nonché le riparazioni
al tetto e alla sacrestia effettuate nel 1987. 22
Quanto all’interno, nel corso del Novecento vanno segnalati numerosi
interventi sugli arredi, sui dipinti e sugli altari.
In particolare le pareti del presbiterio al tempo di don Mojana erano
state semplicemente decorate con un drappeggio violaceo, che – come
scrive Antonio Somaini nelle sue memorie depositate presso l’archivio
prepositurale – davano «un senso di ripiego, di spoglio, che si riverberava
pur sul coro» che non era ancora stato arredato degli stalli, di cui si dirà.
Verso il 1920 l’onorevole Francesco Somaini, volendo lasciare un segno
del suo attaccamento al paese di Uggiate, commissionò l’esecuzione
di due affreschi ad un pittore marchigiano, tal Zapparoli, indicatogli dal
prevosto Rumi, che – sempre a detta di Antonio Somaini – si proclamava
seguace ed epigone del pittore francese Chavanne, che aveva affrescato il
Pantheon di Parigi. Quando dopo mesi di lavoro si tolsero le impalcature
ed apparvero quelle che dovevano essere La vocazione di San Pietro sul
lago di Tiberiade a destra, e La predicazione di San Paolo all’Areopago