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Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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584<br />

UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

Interrogato s’è pratico <strong>di</strong> quello che rendono li beni del suo territorio, e se si affitano<br />

a danari, in grani, o come, e se da massari si pagano appen<strong>di</strong>tii, et <strong>di</strong>chi il loro valore.<br />

Disse sì signore che ho praticha de beni <strong>di</strong> questo commune, essendo quelli tutti affittati<br />

a grano, e si pagano apen<strong>di</strong>tii <strong>di</strong> polaria, che rispetto a caponi si valutano sol<strong>di</strong><br />

venticinque l’uno, et li polastri sol<strong>di</strong> quindeci al paia; li beni poi rendono frumento duplicato<br />

<strong>di</strong> semenza al più, et il simile della segale, qualche puoco <strong>di</strong> lino, che apena serve<br />

per uso, non vendendosi né in perticha, né in frutto. Li prati in parte si tagliano due<br />

volte, et questi daranno tra tutte due le fenate un fascio e mezo, che sono libre cento<br />

grosse per fascio, e parte sono d’una sol tagliata, e questi non danno che libre cinquanta<br />

fieno per perticha, che non tornarebbe a conto tagliarli se non fosse il bisogno. Non vi<br />

sono boschi, ma bensì brughiere, con puochi cespuglii alla valle; in tutto il nostro territorio<br />

non si faranno che brente sessanta vino un’anno con l’altro, si faranno moggia <strong>di</strong>eci<br />

castagne ver<strong>di</strong>, si meterano in tutto da undeci, in dodeci oncie seme de bigatti, da<br />

quali per verisimile si riccava librete due seta per oncia.<br />

Interrogato quanto si puosi riccavare d’una perticha <strong>di</strong> terreno seminata a melgone<br />

magiengo; et quanto <strong>di</strong> miglio dopo il racolto del grano grosso, et se vi sii ren<strong>di</strong>ta de legumi.<br />

Disse il nostro paese rende puochissimo melgone, da noi chiamato carlone, per essere<br />

terreno <strong>di</strong> cativo fondo; né la ren<strong>di</strong>ta sarà più <strong>di</strong> stara due per pertica, et il simile <strong>di</strong><br />

miglio, et rispetto a leghumi non si fanno che puochi fagioli.<br />

Interrogato sul valore dei beni.<br />

Disse non ho alchuna cognitione <strong>di</strong> questo, massime per non esser a mia saputa seguito<br />

alchun contrato.<br />

Interrogato sul valore dei red<strong>di</strong>ti ovvero dei prodotti raccolti negli anni 1718-19 e<br />

20.<br />

Disse il frumento in tutti questi anni si è aprezato lire venti al moggio comasco, segale<br />

lire dodeci, il carlone e miglio lire otto sino alle nove, il vino lire sei la brenta misura<br />

comasca, il fieno sol<strong>di</strong> venticinque al fascio, la seta lire sette e meza per libretta, castagne<br />

ver<strong>di</strong> sol<strong>di</strong> <strong>di</strong>eci per staro.<br />

Interrogato per qual parte si esitano li racolti del suo territorio.<br />

Disse ciò che acade vendere si esita nella città <strong>di</strong> Como <strong>di</strong>stante da <strong>Trevano</strong> miglia<br />

cinque.<br />

Interrogato sul peso e la misura.<br />

Disse li pesi e misure sono comaschi, ma non so <strong>di</strong>stinguere né il peso né la misura.<br />

Interrogato se nel suo commune vi siano case affittate, ostaria, molini, torchii, dazii,<br />

beni livellati, censi, fornaci o simili altre entrate.<br />

Disse vi sono case affittate, ostaria affittata a Giovan Battista Gallo, vi devono essere<br />

sei (in realtà erano cinque) molini, che restano affittati a Carlo Antonio Gallo, Giacomo<br />

Bernascone, Carlo Antonio Bernascone, Georgio Bernascone, et l’altro chiamato<br />

Paolo molinaro del signor Fabricio Marini; vi sono alchuni beni sottoposti alla decima,<br />

che annualmente si paga al venerando Capitolo <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong>, vi devono essere anche censi,<br />

che penso si pagano a Casa Natta, vi sono due torchi d’olio tenuti in affitto da due<br />

molinari che ho deposto <strong>di</strong> sopra, né a mia saputa vi sono altre entrate.<br />

Interrogato se vi siano in quel comune beni <strong>di</strong> Chiesa o Luoghi Pii.<br />

Disse sì signore che vi sono beni <strong>di</strong> Chiesa, e farò havere a Vostra Signoria la nota.

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