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Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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666<br />

UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

adunque il Prevosto sopra un materasso nella nuova sala grande (allora<br />

non ancora pitturata, e rustica ancora) privo quasi <strong>di</strong> assistenza, e solamente<br />

provvisto <strong>di</strong> qualche brodo e me<strong>di</strong>cina (laudano). Dopo otto giorni,<br />

però, come a Dio piacque, egli poté alzarsi. L’epidemia era sul declinare;<br />

i pochi casi che susseguirono più leggieri furono curati dal Vicario<br />

<strong>di</strong> Gaggino, Don Alessandro Secchi, che ora è Cappellano della Madonna<br />

a Primolo in Valtellina».<br />

Diversa è la situazione <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong>, sulla quale si è trovato in archivio<br />

storico comunale un processo verbale in data 6 agosto 1867, relativo alla<br />

visita <strong>di</strong> ispezione <strong>di</strong> tal cavalier Tissani. Ve<strong>di</strong>amolo.<br />

«In adempimento del Decreto Prefettizio 3 corrente si recò l’infrascritto<br />

sig. Cav. Tissani in questo <strong>Comune</strong> ad oggetto <strong>di</strong> verificare se fu<br />

convenientemente provveduto alla tutela della pubblica salute, e dare<br />

all’occorrenza le <strong>di</strong>sposizioni ulteriori del caso.<br />

Il cholera scoppiò in questo <strong>Comune</strong> e precisamente nella Frazione e<br />

nella Valle dei Mulini il giorno 24 p.p. Luglio colpendo il mugnaio Rezzonico<br />

Agostino che trovasi tutt’ora in cura. Successivamernte sempre<br />

nella medesima frazione ammalarono altri <strong>di</strong>eci in<strong>di</strong>vidui sei dei quali<br />

soccombettero dopo brevissimo corso <strong>di</strong> malattia.<br />

Appena manifestatosi il Cholera furono per cura del Sindaco sig. Gio.<br />

Casella attivate le necessarie misure d’isolamento rispetto ai cholerosi<br />

me<strong>di</strong>ante guar<strong>di</strong>e <strong>di</strong> sequestro. Si provvide all’assistenza dei medesimi<br />

alla somministrazione dei me<strong>di</strong>cinali, delle materie <strong>di</strong>ssinfettanti e <strong>di</strong><br />

quanto altro fosse per occorrere, si fecero tenere in contumacia le persone<br />

state in contatto coi cholerosi, si <strong>di</strong>spose per la tumulazione dei cadaveri<br />

da farsi <strong>di</strong> notte tempo ed in silenzio. Il Sig. Sindaco osserva <strong>di</strong><br />

avere dovuto nel giorno 28 Luglio p.p. impe<strong>di</strong>re colla propria autorità<br />

che si portasse il Viatico con accompagnamento al choleroso Bernasconi<br />

Francesco cioché con grave danno avevasi già praticato coll’Agostino<br />

Rezzonico, malgrado il giu<strong>di</strong>zio dato dal me<strong>di</strong>co condotto Gamba<br />

sull’indole cholerosa della malattia onde lo stesso Rezzonico era affetto.<br />

Il Sig. Sindaco fa notare la circostanza che non solo nell’attuale epidemia<br />

ma ben anche in quella del 1836.1855 il cholera ebbe specialmente<br />

ad infierire nella detta Frazione estendendosi dalla stessa anche<br />

ai Mulini a<strong>di</strong>acenti formanti parte del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Ronago ed alla vicina<br />

Cartiera Bernasconi e Pasquali e<strong>di</strong>ficii che sono bagnati e mossi dalle<br />

acque della Roggia Faloppia. Pare che alla <strong>di</strong>ffusione del seminio chole-

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