Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

IL SETTECENTO: SECOLO DI RIFORME 505
Le domande del delegato governativo riguardavano il rendimento e il
valore dei terreni, i prezzi degli affitti e dei prodotti agricoli, la presenza
di case, mulini, torchi ecc.
Finita l’audizione dei testimoni interrogati, il funzionario stilò un quadro
riassuntivo, ossia un «Sommario del processo di Trevano Pieve
d’Uggiate» in cui, tra l’altro, si legge: «Per deposizione di Giovanni
Bernascone sindico et Domenico Vella console, primi due esaminati, si
ha che li beni del territorio di Trevano sono affittati a grano, e si pagano
apenditii, 3 valutandosi in diffetto del pagamento il capone soldi venticinque,
il polastro soldi sette denari sei, e la rendita dei beni sodetti non eccede
più del duplicato della semenza rispetto al frumento e segale. Si racoglie
qualche puoco di lino per puro bisogno e necessità de abitatori, li
prati di due tagliate sono in rendita di libre cento cinquanta grosse di
fieno, e quelli di una sola libre cinquanta per perticha. Non
vi sono boschi, ma brughiere e cespuglii. Vino da sessanta in settanta
brente, foglia de moroni per oncie dodeci circa seme de bigatti, et
il riccavo circa lire ventidue seta. Melgone per essere fondi cativi
stara due, et il simile del miglio per perticha, oltre puochi fagioli, castagne
da circa moggia dieci, ma verde». 4
Osserviamo qui, tuttavia, che tra le risposte scappò pure qualche bugia.
Se infatti, come il nostro sindaco affermava nella prima risposta a riguardo
dei terreni da lui lavorati, una pertica di vigneto dava due staia di
vino, pari a circa 30-35 litri; visto che a Trevano c’erano più di 600 pertiche
di terreni vignati e più di 300 di ronco, vuol dire che si dovevano
produrre almeno 300 ettolitri di vino (ed era la metà di quanto compariva
dall’estimo rurale del 1592, che dava una produzione di 643 brente, e le
brenta equivaleva a litri 89,8062), e non 60-70 brente, che darebbero circa
50 ettolitri e mezzo! E i testimoni si erano messi d’accordo, perché
anche il secondo si allineò alle risposte del primo. 5
Alle nove del mattino di mercoledì 3 giugno 1722, sempre in casa
della contessa Turconi, si svolse analogo processo per il comune di Uggiate.
Furono sentiti: Domenico Papis di Giuseppe, 50 anni; Carlo Merlo
di Giovanni, 40 anni; Luca Luraschi fu Carl’Antonio, 47 anni, oste, prestinaio
e merciaio; Francesco Merlo fu Bernardo, 48 anni; Paolo del
Zoppo di Tomaso, 40 anni.
Dopo l’esame dei testimoni, anche per Uggiate fu steso un sommario,
nel quale, tra l’altro, si evidenzia che «Il commune di Uggiate capo di