Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE
L’aggiornamento catastale
Dopo un secolo dalla formazione del Catasto Teresiano si sentì
l’esigenza di un aggiornamento, che nel 1856 era pronto, anche se il varo
definitivo avvenne dopo l’unità d’Italia, così che il catasto del Regno
Lombardo Veneto venne travasato nel cosiddetto Cessato Catasto. I registri
di Trevano infatti furono compilati tra il 2 e il 19 ottobre del 1862 dai
delegati censuari Vittore Fontana, Pozzi Pasquale, Faccetto (= Fagetti)
Pietro, Cattoni Giuseppe e Luigi con l’ingegner Ambrogio Storni, classatore
aggiunto degli uffici catastali; quelli di Uggiate, già vistati nel
1857 dall’ingegner Angelo Compagnoni, furono revisionati nel 1863 dai
delegati censuari Merlo Quirico e Bernasconi Giovanni, sempre con un
ingegnere stimatore degli uffici del Catasto. 38
Con tale aggiornamento dell’estimo degli immobili, che ha introdotto
una precisa distinzione fra il catasto dei terreni e quello dei fabbricati, si
sono prodotti i documenti, che permettono di seguire l’evoluzione
dell’uso del territorio, oltre che di aggiornare l’elenco dei possessori.
La misurazione del territorio era descritta ora in pertiche metriche
censuarie di mq. 1.000 ciascuna (e non più in pertiche milanesi di mq.
654,5179). Risultava una superficie territoriale complessiva di pertiche
metriche 5.545,11 con una differenza in meno di pertiche metriche 65,77
rispetto all’equivalente di pertiche milanesi 5.610,88 risultante dal Catasto
Teresiano; differenza che va recuperata probabilmente in parte nella
superficie delle strade e delle altre aree pubbliche, oltre che dovuta a rettifiche
di misurazione.
Il confronto con la corrispondente superficie della medesima qualità
(o simile) rilevata un secolo prima (che si indicano in un apposito prospetto
tra i documenti, con misure equivalenti rapportate al sistema metrico)
evidenzia una notevole miglioria nello sfruttamento del territorio,
specialmente in quel di Uggiate; mentre a Trevano i cambiamenti risultano
meno vistosi. Infatti più di 500 pertiche di brughiera uggiatese erano
state messe a coltura, incrementando l’aratorio (da 458 a 816 pertiche
censuarie) e i prati (da 242 a 508 pertiche).
Notevole risulta anche la riconversione delle zone pascolive e ronchive
a prati e a boschi da taglio, che da 48 pertiche salivano a 430 circa.
Anche i castagneti ormai si sfruttavano per il taglio della legna (per fare
pali e pertiche per i vigneti, più che da ardere), per il venir meno della
valenza economica delle castagne.