Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE
Uggiate. Se ne spigola qualcuna, per evidenziare il ruolo del prevosto e
dei canonici di Uggiate nel sovrintendere alle chiese periferiche.
Nel 1436 la chiesa di Ronago era rimasta senza un amministratore.
Prete Marco Cotti, in qualità di procuratore dei ronaghesi (segno che
probabilmente era lui che faceva da cappellano a Ronago), nominò come
«frate, custode e governatore» di quella chiesa di San Vittore tal Giovannino
Bernasconi di Uggiate, figlio di Antonio, andato ad abitare a Ronago.
Quando poi questo lasciò l’incarico, gli rimase il soprannome di
«fra», come si è visto nel capitolo V. 27 Il 27 giugno successivo il prevosto
Francesco Besozzi conferisce il chiericato di S. Quirico in silvis di Solbiate,
lasciato da Martino de Bergano, a Giorgio Aureggi di Bellagio. 28
L’anno dopo, nel 1437, prete Giovanni Lambertenghi, già chierico
prebendato della chiesa di Santa Maria di Bizzarone, rilascia la stessa al
prevosto, che la conferisce a Gian Antonio Rusconi, figlio di Loterio. 29
Che il prevosto di Uggiate esercitasse una vigilanza sulle chiese della
pieve è dimostrato anche dal fatto che l’11 maggio 1442 egli diffidò fra
Anselmino de Rabiis de Turate (che stava a Maccio) dall’intromettersi
negli affari della chiesa di Gironico senza sua licenza, pena una multa di
10 lire da applicare alla fabbrica del Duomo. 30 Doveva essere questo uno
degli ultimi atti di don Francesco Besozzi, cui verso la fine del 1442 o al
principio del 1443 successe come prevosto il nipote don Primo.
Infatti il prevosto di Uggiate, di cui nell’atto in questione non si dice il
nome, doveva essere ancora don Francesco (per l’ultima volta lo abbiamo
trovato citato per nome il 15 novembre 1441, come teste in un atto del
notaio Giovanni Giovio 31 ); giacché don Primo, in un atto dell’11 dicembre
1442, è qualificato ancora come canonico, quando paga 8 lire e 2
capponi a Pietro Cazanore (di famiglia originaria di Blevio) per il fitto di
case della canonica spettanti a quest’ultimo, che però stava a Como, dove
era pure canonico del Duomo. Infatti già l’11 maggio lo stesso don Pietro
nella sua qualità di canonico uggiatese affittava a Masetino Olgiati (lo
abbiamo conosciuto come il padrone del castello di Trevano) un terzo
della decima di Rodero e Bizzarone per 5 some di frumento, 5 di segale e
altrettante di miglio da pagare in agosto, oltre 2 capponi per S. Martino. 32
Per questioni di affitto di casa, lasciato scoperto per averla lasciata in anticipo
rispetto al contratto, il 17 maggio 1442 si trova in causa frate Petrolo
detto Peloja ed i fratelli Bertramo e Giovanni figli di Gianni, mugnai
di Romazzana, contro prete Marco Cotti. 33