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Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

Andriolo Bernasconi, massaro <strong>di</strong> Pietro, e che Andriolo ha pagato la sua<br />

parte. 39 Tra l’altro i de Dervio, come si è visto nel capitolo V, erano della<br />

famiglia Cattaneo, ed erano possessori in <strong>Trevano</strong>.<br />

L’amministrazione delle decime da parte dei vari canonici uggiatesi fa<br />

un po’ la parte del leone tra le carte archivistiche. Non ci si può esimere<br />

dal segnalare che il 22 agosto 1466 40 lo «scrittore apostolico» Pietro da<br />

Bontà, canonico <strong>di</strong> Como e canonico prebendato della chiesa <strong>di</strong> San Pietro<br />

<strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong>, conferma l’affitto della decima spettantegli nella pieve per<br />

sei anni al solito Pietro de Dervio. Ma lo fa per mezzo <strong>di</strong> un procuratore,<br />

che è mastro Tomaso de Bregniis (o Bleniis) de Arigezia (o de Righeza),<br />

ossia lo scultore Tomaso Bregno, fratello del più famoso Andrea Bregno<br />

(che ha lasciato importanti opere a Roma, a Venezia e altrove). Mastro<br />

Tomaso lavorava nella cerchia <strong>di</strong> Florio da Bontà, l’architetto-ingegnere<br />

cui si deve l’avvio della facciata del Duomo <strong>di</strong> Como. Anzi, vien da pensare<br />

che il canonico Pietro sia figlio dell’ingegnere e fratello <strong>di</strong> Gabriele,<br />

pure attivo nell’esecuzione della facciata. Com’era piccolo, in fin dei<br />

conti, quel nostro mondo antico.<br />

Ancora il 20 maggio 1469 ci si ritrova con il canonico Luigi Della<br />

Torre <strong>di</strong> Mendrisio, che riceve da Nicolino de Gazino, abitante a Bizzarone,<br />

il saldo <strong>di</strong> un moggio <strong>di</strong> frumento e segale per l’affitto dei beni<br />

della prebenda; quin<strong>di</strong> lo investe della quota <strong>di</strong> decima <strong>di</strong> suo <strong>di</strong>ritto in<br />

<strong>Uggiate</strong>, per un affitto <strong>di</strong> 5 moggia e 4 staia <strong>di</strong> frumento, 6 moggia e 4<br />

staia <strong>di</strong> segale, i moggio <strong>di</strong> fave, 1 moggio <strong>di</strong> miglio, 2 moggia <strong>di</strong> avena,<br />

1 staio <strong>di</strong> ceci, 1 paio <strong>di</strong> capponi. 41 La data <strong>di</strong> scadenza per questi pagamenti<br />

era la festa <strong>di</strong> San Giorgio, vale a <strong>di</strong>re il 24 aprile. 42 Sicché l’anno<br />

agricolo finiva per San Martino, l’anno «decimale» per San Giorgio: due<br />

santi cari ai Longobar<strong>di</strong> facevano da «termine» per le scadenze dei fitti<br />

civili e religiosi; un in<strong>di</strong>zio, forse, <strong>di</strong> usanze feudali. Del resto l’atto <strong>di</strong><br />

conferimento dei beni in affitto si chiamava «investitura».<br />

Lo stesso Luigi Della Torre, nel 1471 (morto entro l’anno, come si è<br />

visto dall’intervento del duca a favore del Castelli), investe a sua volta<br />

della decima <strong>di</strong> Rodero e Bizzarone i fratelli Petrolo e Andriolo de Aslingis<br />

(Uslenghi?) de Corteya (Corteglia, presso Mendrisio), abitanti ad<br />

<strong>Uggiate</strong>, per un fitto <strong>di</strong> 5 moggia e 7 staia <strong>di</strong> frumento, altrettanti <strong>di</strong> segale,<br />

2 moggia <strong>di</strong> fave, 2 <strong>di</strong> avena, i paio <strong>di</strong> capponi, 1 staio <strong>di</strong> legumi. 43<br />

Pare opportuno limitarsi a questi esempi, perché sono numerosissimi i<br />

documenti similari, la cui ricognizione completa in questa sede compor-

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