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Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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956 UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

presso questa chiesa: non <strong>di</strong> raro tornavano via cumulati <strong>di</strong> grazie «sua<br />

non spe fraudati», non delusi nella loro speranza.<br />

Come custode non c’era un frate romito in quel momento, bensì Pier<br />

Francesco Volta, con la sua famiglia. A lui seguì nel 1743 Mario Sassi. 30<br />

Nessuna novità descrittiva ci viene dagli atti <strong>di</strong> visita <strong>di</strong> mons. Neuroni,<br />

il frate vescovo <strong>di</strong> cui nell’archivio <strong>di</strong>ocesano ci è rimasta come traccia<br />

maggiore la lista delle spese <strong>di</strong> mantenimento durante la permanenza<br />

in pieve. Fortunatamente viene in soccorso qualche frammentaria notizia,<br />

però piuttosto importante.<br />

Su un foglio <strong>di</strong> registrazione <strong>di</strong> conti ed offerte per Somazzo, conservato<br />

a Bellinzona, 31 si trova annotato: «Deve il molto reverendo signor<br />

don Giuseppe Casarini preposito <strong>di</strong> Ugiate per una Beata Vergine Adolorata,<br />

et un Crocefisso gran<strong>di</strong>, quasi al naturale, intaliati in legno, ingessati,<br />

e coloriti in somma il tutto finito nel prezzo <strong>di</strong> L. 200 de quali ne fò il<br />

rilascio <strong>di</strong> L. 20, che restano nella soma <strong>di</strong> L. 180». A chi erano dovuti<br />

i sol<strong>di</strong>? La risposta deriva da una lettera del 1752 <strong>di</strong> Michelangelo<br />

Ferretti, che chiede il saldo del debito dovuto al padre Ferretti Antonio.<br />

Sicché si è legittimati a datare al 1744 l’esecuzione del Crocifisso tuttora<br />

venerato nella prima cappella sinistra, e dell’antica statua dell’Addolorata<br />

che si conservava in sacrestia (andata <strong>di</strong>strutta ai tempi <strong>di</strong> don Mainetti,<br />

sembrerebbe «segata» come legna da ardere; già sostituita nel 1901 da<br />

quella attualmente esposta) ad opera dello scultore Antonio Ferretti <strong>di</strong><br />

Castiglione Intelvi, poi migrato a Casasco. 32<br />

A quegli anni va perciò fatta risalire la realizzazione degli altari delle<br />

prime due cappelle laterali, con anche il paliotto in scagliola <strong>di</strong> Francesco<br />

Solari <strong>di</strong> Scaria Intelvi, che sarebbero poi state completate con le decorazioni<br />

pittoriche <strong>di</strong> Silvio Gilar<strong>di</strong> <strong>di</strong> Mendrisio, eseguite tra il 1904 e il<br />

1907 come quelle sulla volta delle altre cappelle ottocentesche e del presbiterio.<br />

È attribuito ai Solari anche il bellissimo paliotto dell’altare maggiore.<br />

33<br />

Altra opera <strong>di</strong> pregio è la balaustra del presbiterio realizzata nel 1754<br />

da Martino Argenti fu Giuseppe e Francesco Maria Giu<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Carlo,<br />

marmisti <strong>di</strong> Viggiù, per la quale si è trovato ancora a Bellinzona il contratto,<br />

sottoscritto il 30 settembre 1753. 34<br />

Dopo il completamento della chiesa, si procedette a costruire la cappella<br />

ossario, per dare una degna sistemazione ai resti dei defunti «ammucchiati<br />

in un piccolo ripostiglio», come si legge nella richiesta <strong>di</strong> li-

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