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Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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826<br />

UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

riscossione delle decime; ovvero per ricevere la presentazione <strong>di</strong> qualche<br />

parroco neoeletto della pieve. 69<br />

Il fatto <strong>di</strong> non essere prete imponeva a don Nicolò <strong>di</strong> doversi avvalere<br />

<strong>di</strong> cappellani sostituti per adempiere alle funzioni ministeriali e pastorali<br />

della cura d’anime e per assicurare la celebrazione delle messe, sia ad<br />

<strong>Uggiate</strong> sia nelle altre chiese della pieve assoggettate <strong>di</strong>rettamente al prevosto,<br />

come a Ronago e ad Albiolo. Non si ha la documentazione precisa<br />

<strong>di</strong> tutti i cappellani che don Nicolò può aver nominato come sostituti;<br />

tuttavia qua e là traspaiono in<strong>di</strong>zi, ed in qualche caso ci si imbatte negli<br />

atti <strong>di</strong> delega o deputazione. Comunque, a <strong>di</strong>fferenza dello zio, da un<br />

certo momento in poi, almeno dagli anni ’20, egli appare residente a <strong>Uggiate</strong>,<br />

anche se non può celebrare; il che gli dà, forse (!) qualche punto <strong>di</strong><br />

merito. Così nel 1523 lo si è incontrato come testimone al testamento <strong>di</strong><br />

Antonio Pusterla, insieme con prete Francesco Salan<strong>di</strong> (o Suar<strong>di</strong>), mentre<br />

nell’assemblea intercomunale del febbraio 1527 era presente con prete<br />

Giovanni Salice: 70 non si <strong>di</strong>ce niente della qualifica <strong>di</strong> questi due preti;<br />

ma visto che non appartenevano al capitolo dei canonici, si è portati a<br />

pensare che fossero i cappellani del prevosto.<br />

Sicuramente nel 1528, 71 venerdì 3 aprile, egli si reca a Boscarina <strong>di</strong><br />

Novazzano, in casa del notaio Malacrida, per deputare il canonico Filippo<br />

Rusconi quale cappellano della chiesa <strong>di</strong> San Pietro per i prossimi tre<br />

anni, affidandogli il servizio religioso e la cura delle anime (ad deserviendum<br />

ipsam ecclesiam et curam animarum) <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong> e della intera<br />

pieve, esercitando le funzioni che sono proprie del prevosto e che toccherebbero<br />

allo stesso don Nicolò. Gli assegna tutte le elemosine, che si faranno<br />

in occasione dei funerali o per altro motivo. Ed inoltre don Nicolò<br />

sia tenuto a dare ogni anno a don Filippo 18 fiorini, affinché egli eserciti<br />

tale cura, anche servendosi <strong>di</strong> altri sostituti per assistere le anime <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong><br />

e degli altri paesi della pieve soggette alla prevostura. E se capiterà<br />

che don Nicolò voglia partecipare <strong>di</strong> persona a qualche funerale ad <strong>Uggiate</strong><br />

o nella pieve, don Filippo gli ceda il posto, e anche i proventi per la<br />

parte che in occasione dei funerali spetta al prevosto.<br />

È presente all’atto <strong>di</strong> delega anche prete Antonio del Furno, rettore <strong>di</strong><br />

Ronago, per cui imme<strong>di</strong>atamente don Filippo Rusconi passa a subdelegargli,<br />

con il permesso del prevosto, per i prossimi tre anni la piena licenza<br />

e facoltà <strong>di</strong> esercitare la cura delle anime soggette alla chiesa <strong>di</strong><br />

Ronago, con tutti gli oneri ed onori connessi. Ma come riconoscimento

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