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Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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DALL’UNITÀ D’ITALIA AL 1945 759<br />

politici antifascisti al confine svizzero. Intercettato sui monti <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong><br />

da una pattuglia tedesca, fu arrestato e incarcerato a Milano. Per<br />

rappresaglia, venne prelevato con altri antifascisti dal carcere <strong>di</strong> S.<br />

Vittore e trasferito in Emilia, dove nel Poligono <strong>di</strong> tiro a segno <strong>di</strong> Cibeno<br />

(Modena), presso Carpi, venne fucilato alle ore 5 del 12 luglio 1944. Alla<br />

sua memoria gli è stata de<strong>di</strong>cata la via che da <strong>Uggiate</strong> porta a <strong>Trevano</strong>.<br />

E venne il 25 aprile. La mattina del 26 un prete, don Enea Mainetti,<br />

parroco <strong>di</strong> Musso, riconobbe su un camion tra i soldati tedeschi, fermi<br />

nella colonna intercettata dai partigiani a Dongo, il Duce fuggiasco. I<br />

partigiani lo arrestarono, ed il 28 aprile su or<strong>di</strong>ne del C.L.N. fu fucilato a<br />

Giulino <strong>di</strong> Mezzegra.<br />

Nei giorni convulsi e confusi, che seguirono, un ultimo, tar<strong>di</strong>vo fatto<br />

<strong>di</strong> sangue avvenne ad <strong>Uggiate</strong> <strong>Trevano</strong>, forse per vendette incrociate,<br />

giacché la guerra era finita. «Verso le ore <strong>di</strong>ciannove <strong>di</strong> oggi , proveniente dal capoluogo <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong>, transitava dalla Frazione<br />

<strong>Trevano</strong> Superiore un autocarro, munito <strong>di</strong> sbarre laterali alte all’incirca<br />

un metro, sprovvisto <strong>di</strong> targa, e che era condotto da in<strong>di</strong>vidui armati <strong>di</strong><br />

mitra. Giunto l’autocarro a circa 50 metri dal Ponte della Passera, veniva<br />

fermato, e dallo stesso scendevano <strong>di</strong>eci persone, <strong>di</strong> cui nove uomini e<br />

una donna».<br />

«Allineate queste persone lungo la ripa a destra scendendo, contro <strong>di</strong><br />

loro venivano subito sparate <strong>di</strong>verse raffiche <strong>di</strong> mitra, dopo <strong>di</strong> che<br />

l’autocarro spariva velocemente verso Ronago. Tre dei colpiti davano<br />

ancora segni <strong>di</strong> vita, ed uno <strong>di</strong>sse: “Sono <strong>di</strong> Camerlata”».<br />

«Subito sopraggiungevano altri tre in<strong>di</strong>vidui, armati <strong>di</strong> mitra, i quali<br />

freddarono le tre persone ferite». 21 I cadaveri vennero ispezionati dal<br />

dottor Giulio Lavizzari, quin<strong>di</strong> fotografati per essere riconosciuti, ed il<br />

giorno dopo vennero sepolti nel cimitero comunale. Da testimonianze<br />

raccolte, sul luogo si sarebbe recato il parroco <strong>di</strong> Ronago, don Carlo<br />

Porlezza, a impartire l’assoluzione ai morti. A comandare il drappello dei<br />

tre che inflissero il colpo <strong>di</strong> grazia ai feriti sarebbe stato il famoso<br />

Michele Moretti, cui si attribuisce l’esecuzione materiale <strong>di</strong> Benito<br />

Mussolini. Ma nessuno chiarirà mai i veri risvolti della vicenda. Alcuni<br />

dei <strong>di</strong>eci morti furono poi identificati tramite le fotografie dai parenti.<br />

Un epilogo tragico sui colli <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong>, ultimo strascico <strong>di</strong> una lunga<br />

guerra, che ha segnato la storia del XX secolo.

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