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Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

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RIVOLUZIONE RESTAURAZIONE RISORGIMENTO<br />

Como il colonnello Me<strong>di</strong>ci per suscitarvi l’insurrezione. Como è però<br />

ben salda nell mani degli Austriaci, che vi hanno concentrato le truppe<br />

ritirate da Varese per riprendere l’offensiva, andando ad attestarsi a Olgiate<br />

e <strong>di</strong>ntorni.<br />

Il 19 agosto un fatto d’arme si scatena a Rodero: gli uomini del generale<br />

austriaco D’Aspre, marciando da Malnate e da Casanova, cercano <strong>di</strong><br />

chiudere in una morsa l’isolata compagnia <strong>di</strong> garibal<strong>di</strong>ni. Uno <strong>di</strong> loro, il<br />

pittore Asolini, cade in combattimento. Anche tra i nemici c’è un morto e<br />

qualche ferito. Il Me<strong>di</strong>ci non può fare a meno <strong>di</strong> ritirarsi, se vuole uscire<br />

salvo. Con la sua compagnia è costretto a riparare attraverso il Gaggiolo<br />

in territorio svizzero, dopo aver mimetizzato le armi dentro cassette, per<br />

evitare il sequestro al posto <strong>di</strong> frontiera. 51<br />

La resistenza garibal<strong>di</strong>na alla pressione austriaca dura ancora una settimana:<br />

il 26 agosto dopo un ultimo conflitto a fuoco con le truppe del<br />

generale D’Aspre, che lo attaccano impovvisamente a Morazzone, Garibal<strong>di</strong><br />

si vede costretto a sciogliere la sua colonna, ormai ridotta a poco<br />

più <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> uomini.<br />

Anch’egli, travestito da conta<strong>di</strong>no, si rifugia in Svizzera, imbarcandosi<br />

a Brusimpiano per approdare ad Agno, dove viene ospitato in casa Vicari.<br />

Ma il caparbio nizzardo sarebbe tornato presto a imbracciare le armi<br />

alla <strong>di</strong>fesa della Repubblica Romana, dove pure i patrioti comaschi e ticinesi<br />

(come Antonio Tamanti al seguito dell’Arcioni) avrebbero ripreso<br />

a combattere.<br />

Con la fine della Repubblica Romana, seguita dalla caduta <strong>di</strong> Venezia,<br />

le speranze suscitate dal 1848 per la libertà e l’in<strong>di</strong>pendenza d’Italia<br />

crollano in attesa <strong>di</strong> circostanze più favorevoli.<br />

Il decennio <strong>di</strong> preparazione 1849-1859<br />

Gli obiettivi risorgimentali non furono certo abbandonati. Seguirono<br />

anni <strong>di</strong>fficili. Nel 1852-53, per punizione al Canton Ticino, colpevole <strong>di</strong><br />

aver dato asilo ai patrioti profughi dalla Lombar<strong>di</strong>a (e allo scopo <strong>di</strong> alloggiarli<br />

era stato chiuso un convento) fu decretato dagli Austriaci un<br />

blocco commerciale.<br />

A rinfocolare l’ira austriaca era anche il fatto che il Canton Ticino,<br />

oltre a dare ospitalità agli esuli italiani, faceva anche da corridoio <strong>di</strong> collegamento<br />

con il Piemonte, dove Vittorio Emanuele II, successore <strong>di</strong><br />

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