Volume 2 (61 Mb) - Comune di Uggiate-Trevano

RIVOLUZIONE RESTAURAZIONE RISORGIMENTO
la buona unione, la concordia: voi dovete contenere il popolaccio. Non vi
sono patrioti exclusivi. I nobili, i ricchi che obbediscono alle leggi sono
ottimi patrioti. Essi devono dare l’esempio. È buon patriota quello che
obbedisce la legge. È chimerico il sogno di certe eguaglianze. Le proprietà
sono sagre come la religione. Vi devono essere i differenti gradi
delle sostanze in uno Stato. La religione deve essere rispettata, ma non
può ingerirsi negli interessi di questo mondo».
«Questa vostra repubblica sarà rispettabile. Voi avete belle pianure;
gli Svizzeri hanno diverse repubbliche adattate alle loro montagne, alle
Vallee. Noi avremo insieme colla Cisalpina, Ferrara, Bologna, anche
Modéna e forse Brescia. Tedeschi non verranno più. L’Imperatore vi riconoscerà
e sarà anzi unico. Credetelo... Noi partiremo i primi... tra breve
partiranno i Francesi... Vi ripeto: ni Francesi ni Tedeschi. Alcuni tengono
con essi... Chi sarà si selerato d’odiare la Repubblica... Fra quindici giorni
avrete la costituzione... sarete felici». 4
E la Repubblica Cisalpina venne davvero entro dieci giorni, con la
proclamazione dell’11 Messidoro dell’anno V, ossia il 29 giugno 1797.
Ma con essa anche gli accennati pesanti gravami fiscali e l’imposizione
ai nostri giovani del servizio di leva, che sottraeva braccia ai lavori della
campagna. Nel 1799 ci furono episodi di ribellione ad Olgiate, tanto che
alcuni giovani furono arrestati e imprigionati per qualche tempo. 5 Altre
resistenze si ebbero specialmente tra le popolazioni del Centro Lago. 6 Seguirono
atti di repressione, con carcerazione dei renitenti.
I documenti ufficiali adottarono lo stile rivoluzionario: carta intestata
con il motto «Libertà, Eguaglianza», datazione secondo il calendario repubblicano
con anno primo dal 1792 e Capodanno dal 22 settembre. I
mesi si chiamarono coi nuovi nomi «stagionali» o «climatici»: Vendemmiaio,
Brumaio, Frimaio, Nevoso, Piovoso, Ventoso, Germinale, Fiorile,
Pratile, Messidoro, Termidoro, Fruttidoro.
I titoli nobiliari furono aboliti, per catalogare tutti col nome egualitario
e civico di «cittadini»: perfino il vescovo si cominciò a chiamare
«cittadino vescovo».
Nel 1802 la Repubblica Cisalpina ebbe una nuova costituzione e mutò
il nome con quello di Repubblica Italiana, presieduta dal Bonaparte in
persona, che mise a rappresentarlo come vicepresidente Francesco Melzi
d’Eril, il padrone della famosa villa di Bellagio, dove a memoria di quei
tempi sono raccolti vari cimeli napoleonici.
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