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Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

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104 IAIN CHAMBERS<br />

Suoni impronunciabili<br />

Una nota di passaggio. Nella centralità <strong>del</strong>la musica per le<br />

esperienze di modernità <strong>del</strong>l’Atlantico Nero, veniamo a contatto<br />

non soltanto con un archivio storico e culturale, un ripostiglio<br />

vitale di ricordi, ma anche con una contro-storia e con una costellazione<br />

di potenziale redenzione (Gilroy 1993a). È qui che<br />

passato, presente e futuro si fondono in un’interruzione brusca<br />

(la nota triste sulla corda <strong>del</strong>la chitarra, l’urlo, il borbottio <strong>del</strong><br />

sassofono, la storia <strong>del</strong> basso, il rap) che sfida le circostanze<br />

contingenti per svelare la presenza di altre storie. Qui il rap invoca<br />

un’interruzione <strong>del</strong> linguaggio, una spaccatura che ripiega<br />

il linguaggio su se stesso, quindi lo dispiega in una variante <strong>del</strong>la<br />

lingua inglese, la musica rock angloamericana, in altre colonne<br />

sonore e stili urbani <strong>del</strong> <strong>mondo</strong>. Costituisce l’atto <strong>del</strong>la testimonianza,<br />

<strong>del</strong>la conferma, che svela una scansione diversa <strong>del</strong> tempo<br />

storico, una differente iscrizione culturale e una segnatura<br />

musicale. Affrancando questi linguaggi dai loro presunti referenti,<br />

l’integrazione <strong>del</strong> rap propone un altro centro. Normalmente<br />

considerata un’appendice, un ornamento rispetto alla<br />

centralità <strong>del</strong>la musica rock, se vista da un punto di vista differente<br />

la musica rap attua una ricollocazione fondamentale e riposiziona<br />

la partitura musicale (nonché culturale) (Swedenburg<br />

1992). In questa scissione <strong>del</strong> suono dal significato precedente,<br />

penetriamo nel “topos <strong>del</strong>l’Indicibilità” (Carl Dalhaus, Die Idee<br />

der absoluten Musik, citato in Bowie 1989, p. 70). Come l’enfasi<br />

<strong>del</strong> Barocco sull’ornamento, che ci consente di rivolgere lo<br />

sguardo verso l’interno e testimoniare il “sottosuolo <strong>del</strong> linguaggio”<br />

(Shoshana Felman, in Felman, Laub 1992, p. 15), la decorazione<br />

<strong>del</strong> rap e il decentramento dei linguaggi e degli stili<br />

prontamente disponibili suggeriscono che la musica rifletta più<br />

di quanto si possa carpire grazie alle categorie <strong>del</strong>la riflessione,<br />

ed evoca lo “sforzo di dire ciò che non si può dire” (Theodor<br />

Adorno, citato in Bowie 1989, p. 80). Su questo punto, rileva<br />

Andrew Bowie (1989, p. 83):<br />

L’importanza <strong>del</strong>la musica nella storia <strong>del</strong>la modernità mi pare che si<br />

spieghi, almeno in parte, col ruolo che svolge in quanto oppositrice<br />

<strong>del</strong> discorso sulla modernità, il discorso che di fronte alla volontà di

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