Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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LA STORIA, IL BAROCCO E IL GIUDIZIO DEGLI ANGELI 85<br />
contraddizione, nella simultanea insopportabilità <strong>del</strong>la perdita,<br />
perché la feroce consolazione <strong>del</strong> Protestantesimo e l’aggressione<br />
<strong>del</strong>l’Inquisizione sono sintomi di una profonda riluttanza alla rinuncia,<br />
soltanto in apparenza contrapposti: entrambi operano l’istituzionalizzazione<br />
<strong>del</strong>l’insopportabilità <strong>del</strong>la perdita. Rifiutando<br />
di cedere l’oggetto perduto, l’elemento primario, la garanzia <strong>del</strong>l’eterna<br />
verità, le firme terrestri dei segni e dei suoni continuano a<br />
gesticolare sull’abisso <strong>del</strong> tempo in un lutto continuo che apporta<br />
un contributo diretto all’animo Barocco:<br />
Come un tratto d’unione teso fra la Cosa e il Senso, l’innominabile e la<br />
proliferazione dei segni, l’affetto muto e l’idealità che lo designa e lo<br />
supera, l’immaginario non è né la descrizione oggettiva che culminerà<br />
nella scienza né l’idealismo teologico che si accontenterà di culminare<br />
nell’unicità simbolica di un aldilà. L’esperienza di una melanconia nominabile<br />
apre lo spazio di una soggettività necessariamente eterogenea,<br />
divisa tra i due poli co-necessari e compresenti <strong>del</strong>l’opacità e <strong>del</strong>l’ideale.<br />
L’opacità <strong>del</strong>le cose come quella <strong>del</strong> corpo disabitato dalla significazione<br />
– corpo represso pronto al suicidio – si trasferisce sul senso <strong>del</strong>l’opera,<br />
che si rivela a un tempo assoluto e corrotto, insostenibile, impossibile,<br />
da rifare. S’impone a quel punto una sottile alchimia dei segni<br />
– musicalizzazione dei significanti, polifonia dei lessemi, disarticolazione<br />
<strong>del</strong>le unità lessicali, sintattiche, narrative… – che viene immediatamente<br />
vissuta come una metamorfosi psichica <strong>del</strong>l’essere parlante<br />
tra i due bordi <strong>del</strong> non-senso e <strong>del</strong> senso, di Satana e di Dio, <strong>del</strong>la Caduta<br />
e <strong>del</strong>la Resurrezione (Kristeva 1987, pp. 89-90).<br />
Pertanto, il <strong>mondo</strong> non solo subisce un decentramento, ma anche<br />
un raddoppiamento a causa <strong>del</strong>l’insistenza coeva sul dogma e<br />
sul dubbio in ogni ambito. Aperto alla costruzione e al determinismo,<br />
il <strong>mondo</strong> diviene altresì soggetto a una poetica <strong>del</strong>l’ambiguità,<br />
a una fenditura nella ragione in cui il concetto razionale può<br />
scivolare nei contorni allitterativi <strong>del</strong> sogno 1 . Le linee rette di cui si<br />
avvalgono l’astronomia e l’architettura per la razionalizzazione<br />
1 Il Sogno di Keplero, pubblicato postumo dal figlio nel 1634, descrive i fenomeni celesti<br />
come apparirebbero dalla luna. Sotto forma di manoscritto, anche precedentemente<br />
circolavano alcune versioni <strong>del</strong>l’opera, e sembra che John Donne fosse al corrente <strong>del</strong><br />
pensiero di Keplero. Si veda al proposito Hallyn 1993. A Dream (Un sogno) è anche il titolo<br />
di una bella fantasia per liuto di John Dowland.