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Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

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LA STORIA, IL BAROCCO E IL GIUDIZIO DEGLI ANGELI 81<br />

ripensamento, un abbellimento successivo aggiunto all’opera finita,<br />

bensì è il punto fondamentale su cui si basa l’opera stessa 1 .<br />

Come le finestrelle alla sommità <strong>del</strong>la cupola barocca, le note<br />

ornamentali gettano luce sull’interno, ci guidano tra le pieghe<br />

<strong>del</strong> corpo <strong>del</strong> suono. Attraversiamo la melodia e scendiamo nel<br />

basso continuo <strong>del</strong> <strong>mondo</strong> 2 . Un’incertezza fosca, che aleggia sull’abisso<br />

informe che costituisce il baratro <strong>del</strong>l’essere, ci trascina<br />

giù attraverso il suono per rilasciare una visione tragica <strong>del</strong><br />

<strong>mondo</strong> e la redenzione musicale <strong>del</strong>la verità 3 . Sopra di noi il<br />

“centro” continua a oscillare nell’arabesco <strong>del</strong>la sua elaborazione<br />

che non è mai un “di più”, ma è fondamentale per l’esecuzione,<br />

nello spiegarsi che dissemina la tonalità (Buci-Glucksmann<br />

1990, p. 202). Come un’apertura nel suono, di solito improvvisata,<br />

esso sorprende la forma con la responsabilità e la libertà<br />

individuali <strong>del</strong>l’esecuzione.<br />

Il corpo, in particolare la mano direttamente coinvolta nella musica<br />

dalla intavolatura <strong>del</strong> liuto, sostiene la produzione e il mantenimento<br />

dei suoni tra le dita e le corde, e fornisce anche un codice<br />

immediato e intimo per gli iniziati. Come afferma Marin Mersenne:<br />

Forse pensavano di ottenere maggiore gloria mantenendo segreta<br />

quest’Arte piuttosto che divulgandola: ecco perché i brani su cui<br />

mettiamo le mani non vengono mai eseguiti come erano concepiti in<br />

origine, a meno che non siano stati ascoltati e orecchiati 4 .<br />

Necessariamente, ciò ci ricorda che il linguaggio <strong>del</strong> Barocco è<br />

ellittico, non finge di essere trasparente, né pretende di essere eterno.<br />

Il senso si dispiega in una sensibilità, viene in-corporato in un<br />

“qui” temporale in cui il linguaggio diviene l’arte <strong>del</strong>l’interruzione.<br />

1 La disquisizione sull’origine <strong>del</strong> termine “Barocco” nel contesto <strong>del</strong>l’oreficeria e <strong>del</strong>la<br />

lingua portoghese (barrucco, perla di taglio irregolare) è bene espressa in Sarduy 1975.<br />

2 Si veda la descrizione di Leibniz <strong>del</strong>la “casa <strong>del</strong>la risonanza” multipiano in apertura<br />

di Deleuze 1988, p. 17. Il basso continuo onnipresente e in continua evoluzione è paragonabile<br />

alla “sezione ritmica” odierna <strong>del</strong>la chitarra, <strong>del</strong> basso, <strong>del</strong>le tastiere e <strong>del</strong>la batteria<br />

sia nel jazz che nel rock; si veda Dart 1963, p. 78.<br />

3 Buci-Glucksmann 1990, p. 230, “De la musique, comme art de l’émotion sans concept,<br />

comme Affect de tout affect”.<br />

4 Citato nel libretto <strong>del</strong> compact disc di Denis Gaultier - La Rhétorique des Dieux. Suite<br />

pour le luth I, II, XII, Astrae, 1989, esecutore: Hopkinson Smith.

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