Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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ARCHITETTURA, AMNESIA E IL RITORNO DELL’ARCAICO 153<br />
gazioni non sono introspettive (memoria, narcisismo), bensì<br />
proiezioni (fantasia, desiderio). La città sedimentata, verticale viene<br />
governata dalle sue fondamenta (mitiche, storiche, <strong>culturali</strong>);<br />
l’altra dal suo orizzonte (deserto, mare, cielo). Si potrebbe essere<br />
tentati di suggerire che mentre l’una è una città, l’altra è un insediamento,<br />
provvisorio per natura: solo le autostrade hanno una<br />
parvenza di permanenza. Una città rappresenta il tempo, l’altra<br />
apparentemente lo reprime. Tuttavia, il rifiuto è anche l’affermazione<br />
inevitabile <strong>del</strong>l’impossibilità di scartare questi limiti temporali<br />
e storici. Sull’orlo <strong>del</strong> deserto, gli uffici, le autostrade, i complessi<br />
residenziali e i centri commerciali vengono a contatto con<br />
l’inviolato. Il deserto, in quanto suolo intrattabile e vacuità immaginaria,<br />
resiste all’appropriazione, va al di là <strong>del</strong>la razionalizzazione,<br />
fornendo un’esperienza <strong>del</strong>l’impossibile, una memoria <strong>del</strong> perenne:<br />
“il deserto al di là di ogni deserto” (Derrida 1996). La sua<br />
apparente nudità blocca e disfa la visione calcolatrice, promettendo<br />
la possibilità di riscoprire qualcos’altro in noi stessi e nei piani<br />
e progetti che abitiamo.<br />
In apertura de Il disagio <strong>del</strong>la civiltà, Freud (1930) si riferisce<br />
alla città, e in particolare alla città di Roma, come metafora <strong>del</strong>la<br />
memoria, come illustrazione <strong>del</strong>la vita psichica in cui tutto, in<br />
una maniera o nell’altra, si conserva. La stratificazione e le tracce,<br />
la sedimentazione e le rovine, rivelano la presenza e la persistenza<br />
<strong>del</strong>la memoria. Tuttavia, una città concepita in tempi recenti,<br />
che si estende sulle sabbie <strong>del</strong> deserto, un insediamento<br />
come Irvine, nella Orange County (California meridionale), esiste<br />
in una scala temporale che esclude la memoria di una Roma,<br />
di un’Alessandria, di una Londra, di una Canton e persino di<br />
una New York. Se la città è anche il mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>la psiche, che cosa<br />
risiede nella differenza tra la memoria sedimentata di Napoli e<br />
i ricordi giovanili di Irvine?<br />
La memoria, ancora una volta secondo il fondatore <strong>del</strong>la psicoanalisi,<br />
non è mai un semplice continuum che permette di effettuare<br />
un repentino viaggio nel tempo dal presente al passato: è<br />
una costruzione affidata alla vigilanza <strong>del</strong> linguaggio, è determinata<br />
in maniera schiacciante dalla sua rappresentazione presente. La<br />
memoria implica la selezione, la repressione e la successiva articolazione,<br />
pertanto una conservazione sistematica <strong>del</strong> passato in una<br />
conservazione acritica di edifici, strade e quartieri coincide anche