Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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ARCHITETTURA, AMNESIA E IL RITORNO DELL’ARCAICO 161<br />
za e <strong>del</strong> potere. In questa formazione moderna, occidentale,<br />
l’architettura è sorella <strong>del</strong>l’antropologia, <strong>del</strong>l’anatomia e <strong>del</strong>l’arte<br />
abietta, ossia “l’arte <strong>del</strong> dissotterratore dei cadaveri” 1 . Queste<br />
relazioni foucaltiane, legate alle possibilità panottiche di disciplinare,<br />
se non anche di “disegnare e ripartire” il corpo <strong>del</strong>la<br />
città, il corpo <strong>del</strong> cittadino, tentano di ridurre tutti i movimenti<br />
e le rotture potenziali alla cornice classificatoria e al tavolo <strong>del</strong>l’autopsia<br />
di una “natura morta”. Tuttavia il corpo, in quanto<br />
carne, sangue e ossa, in quanto storia e fecondità individuali, è<br />
il “dire”, come ribadisce Emmanuel Lévinas, che precede e va<br />
al di là <strong>del</strong>la coscienza, <strong>del</strong> sistema, <strong>del</strong>la struttura e <strong>del</strong>la rappresentazione.<br />
Nell’incarnazione <strong>del</strong> soggetto è l’alterità radicale<br />
<strong>del</strong> corpo stesso, relativamente al desiderio e allo schema<br />
atemporale <strong>del</strong> pensiero, che rende quest’ultimo vulnerabile ai<br />
limiti e alla ricusazione, perché “mette perennemente in discussione<br />
la prerogativa <strong>del</strong>la coscienza di ‘fornire un senso’” (Han<strong>del</strong>man<br />
1991, p. 253).<br />
L’architettura moderna, occidentale, ha dato un contributo diretto<br />
alla diffusione di un’egemonia visiva che non solo nega altre<br />
forme non rappresentative <strong>del</strong>la conoscenza, ma ottiene, anche<br />
nella sua trionfale razionalizzazione <strong>del</strong> punto di vista unilaterale e<br />
<strong>del</strong>la prospettiva astratta, di far passare nel dimenticatoio ciò che il<br />
suo discorso prevede di spiegare e accogliere: corpi e vite diverse.<br />
L’occhio architettonico si concentra sulle tecniche e sulla tecnologia<br />
<strong>del</strong>l’inquadramento che rende lo spazio e il terreno una realtà<br />
vantaggiosa, configurandola nell’identità <strong>del</strong>l’inquadratore, <strong>del</strong><br />
soggetto. Lo sguardo apparentemente obiettivo viene restituito e<br />
trasformato nel punto di vista interno, soggettivo.<br />
Ancora una volta, diviene possibile afferrare l’apparentemente<br />
paradossale affermazione che la tecnologia è l’umanesimo. La presunta<br />
antitesi tra questi due termini, che struttura in profondità<br />
tanta parte <strong>del</strong> pensiero moderno relativo alla tecnologia, prevede<br />
effettivamente una collaborazione tra due corpi concettuali in apparenza<br />
contrapposti e separati, catturati in un balletto i cui passi<br />
espongono le asserzioni universali <strong>del</strong> pensiero occidentale.<br />
Quando si tratta un punto di vista come ugualmente valido in<br />
1 Per questa suggestiva relazione mi sono ispirato a McCarthy 1997.