Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...
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218 IAIN CHAMBERS<br />
Io posso desiderare di uccidere solo un ente assolutamente indipendente,<br />
quello che è assolutamente al di là <strong>del</strong> mio potere e che perciò<br />
non vi si oppone, ma paralizza lo stesso potere di potere. Altri è il solo<br />
essere che posso desiderare di uccidere (pp. 203-204).<br />
Il senso sicuro <strong>del</strong> sentirsi a casa nel <strong>mondo</strong> moderno è il luogo<br />
di un’estorsione micidiale. Una tradizione <strong>del</strong>l’appartenenza,<br />
<strong>del</strong>l’essere localizzato nelle radici apparentemente atemporali di<br />
sangue, lingua e suolo, può chiudere violentemente la porta contro<br />
le storie degli altri; è sempre per questo che si uccide. Per avere<br />
voce in capitolo, esercitare un potere, quelle altre storie vengono<br />
costrette a minare e a riprodurre l’economia rivendicativa <strong>del</strong><br />
nazionalismo moderno, disseminato in gran parte <strong>del</strong> romanticismo<br />
europeo 1 . Si tratta di una tradizione che in quanto tradizione<br />
raramente si mette in discussione. Si dà per scontato che i valori<br />
<strong>del</strong>la continuità e <strong>del</strong>la comunità, che la tradizione e la trasmissione<br />
<strong>del</strong>la stessa siano i valori da pretendere e da difendere. Proprio<br />
con questi valori confermiamo la nostra autenticità. Che si trovi<br />
nei cicli rurali <strong>del</strong>la civiltà contadina oppure nei rituali dei “nativi”,<br />
questa collocazione e citazione <strong>del</strong>l’immutabile viene considerata<br />
sacrosanta. Ma non è un mito conservatore e reazionario<br />
quello che noi, di origini europee, ci raccontiamo per aggrapparci<br />
alla nostra centralità nella casa divenuta <strong>mondo</strong>? Mentre il resto<br />
<strong>del</strong> <strong>mondo</strong> è costretto ad adeguarsi al cambiamento e all’interruzione,<br />
la continuità <strong>del</strong>la tradizione viene preservata come valore<br />
universale da coloro che detengono il potere di definire “l’universale”.<br />
Ma se ascolto gli antropologi e i romanzieri moderni, che<br />
non sono sempre facili da distinguere, sento spesso qualcosa di alquanto<br />
diverso. Ecco ancora Betonie, lo sciamano Navaho <strong>del</strong> romanzo<br />
di Leslie Silko Cerimonia, che spiega la natura dei rituali<br />
che esegue:<br />
In un certo periodo le cerimonie, così come erano state celebrate,<br />
bastavano per il modo in cui il <strong>mondo</strong> era fatto allora. Ma dopo l’arrivo<br />
dei bianchi alcuni elementi di questo <strong>mondo</strong> hanno cominciato<br />
1 Gilroy 1993a fornisce un’esposizione geniale di questo legame storico e culturale nel<br />
contesto dei nazionalismi neri. Si veda altresì Achebe 1988.