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Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

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122 IAIN CHAMBERS<br />

re, il nostro essere, viene da quel passato per incontrare e configurare<br />

il nostro futuro.<br />

L’asimmetria dei poteri, <strong>del</strong>le loro rappresentazioni politiche e<br />

<strong>culturali</strong>, nonché <strong>del</strong>la loro appartenenza a discrepanze e discriminazioni<br />

di vario tipo, struttura un <strong>mondo</strong> in cui la coerenza e la<br />

conoscenza che esso sposa divengono inevitabilmente la metonimia<br />

di un’imposizione violenta. Per quanto collegata, in maniera<br />

esplicita, all’evocazione linguistica <strong>del</strong> plurale, questa tendenza<br />

sociale e politica costituisce necessariamente una sottile rete che<br />

cattura ed emargina sistematicamente la differenza, spesso, e in<br />

maniera alquanto sintomatica, nel nome <strong>del</strong> liberalismo, <strong>del</strong>la politica<br />

<strong>del</strong>l’identità e <strong>del</strong> multi<strong>culturali</strong>smo. Trarre dalle situazioni<br />

che ricevo in eredità e in cui vivo un linguaggio che mi invita a<br />

pensare diversamente mi incoraggia a interrompere e a mettere in<br />

discussione questi precetti ereditati, anche quelli di provenienza<br />

radicale. In questo modo posso ammettere una diversa configurazione<br />

<strong>del</strong> “politico”, e forse anche risiedervi.<br />

La musica e i ricordi: la perenne traduzione <strong>del</strong>lo spazio (lo<br />

spazio di un linguaggio, di un suono, di un’immagine, di una vita)<br />

nelle particolarità di un luogo, nell’asse <strong>del</strong>l’esistenza, costituito<br />

dall’“adesso” sfuggente, fa inevitabilmente appello alla traduzione<br />

<strong>del</strong>la geografia in ontologia, <strong>del</strong>la sintassi <strong>del</strong> suono e <strong>del</strong>l’immagine<br />

nell’evento <strong>del</strong> canto e <strong>del</strong>la visione, <strong>del</strong>l’astratto nel corpo.<br />

Considerare queste tematiche nel contesto <strong>del</strong> suono, anche<br />

nell’epoca <strong>del</strong>la riproduzione tecnologica globale, significa prestare<br />

attenzione al potere metaforico e cangiante <strong>del</strong>la musica, che<br />

dà voce al dilemma. In quanto linguaggio, istituzione economica e<br />

insieme di pratiche <strong>culturali</strong>, in quanto modalità di ascoltare il<br />

<strong>mondo</strong> e farlo risuonare, la musica non contribuisce solamente alla<br />

creazione dei paesaggi, ma anche ai variegati orizzonti <strong>culturali</strong><br />

in cui ci muoviamo. In questo senso è anche “un ricettacolo <strong>del</strong>la<br />

nostra conoscenza e <strong>del</strong>la nostra memoria” (Fry 1993, p. 12).<br />

Potremmo considerare la musica<br />

Potremmo considerare la musica uno dei linguaggi che viviamo,<br />

in cui risiediamo, e in cui noi, le nostre storie, culture e identità<br />

sono costituite. Come linguaggio è apparentemente incorpo-

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