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Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

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210 IAIN CHAMBERS<br />

golare <strong>del</strong>la grammatica. L’idea <strong>del</strong> linguaggio come semplice<br />

strumento, trasmissione cristallina <strong>del</strong>la mia volontà, viene qui infranta<br />

in una maniera che smantella radicalmente e irreversibilmente<br />

un’intera tradizione <strong>del</strong>l’agire storico e di comprensione<br />

intellettuale.<br />

“Soggetto” e “oggetto” sono infatti denominazioni improprie <strong>del</strong>la<br />

metafisica, che fin dall’inizio si è impossessata <strong>del</strong>l’interpretazione<br />

<strong>del</strong> linguaggio nella forma <strong>del</strong>la “logica” e <strong>del</strong>la “grammatica” occidentali.<br />

Ciò che si nasconde in questo accadimento, oggi lo possiamo<br />

solo sospettare (Heidegger 1946, p. 268) 1 .<br />

Il linguaggio trasmette sempre di più di quanto io voglia o<br />

possa comprendere. La sua storia precede e supera sempre qualunque<br />

cosa “io” (la voce e il corpo contingenti) riesca ad articolare<br />

e a infondervi. Ciò che va al di là di me è l’alterità <strong>del</strong> corpo,<br />

il <strong>mondo</strong> che mi rende sia un soggetto che un altro, che al<br />

contempo mi investe e mi eccede. Il linguaggio parla e al tempo<br />

stesso rimane indecifrabile, conturbando la linearità <strong>del</strong> pensiero<br />

e la sua convinzione di avere afferrato la verità. Per dirla come<br />

la saggista e regista Trinh T. Minh-ha, “la vita è rotonda”.<br />

Seguire l’arco di un siffatto pensiero significa registrare l’impossibilità<br />

di nominare un punto di partenza o di arrivo definitivi, e<br />

con ciò registrare una potenziale dispersione <strong>del</strong> dominio. Tra i<br />

suoni e i silenzi <strong>del</strong> linguaggio passano il ritmo, l’andatura <strong>del</strong><br />

basso, il canto <strong>del</strong>la terra (Haar 1993). Significa affrontare una<br />

libertà che Lévinas definisce come infinito. Si tratta di una modalità<br />

di pensiero non più intenta a costruire l’oggetto di un discorso<br />

che si autoconferma da solo nel quale io, il soggetto, sono<br />

il centro che monopolizza e controlla l’esito <strong>del</strong> pensiero (Heidegger<br />

1950a, p. 93).<br />

Alla deriva<br />

Prestiamo nuovamente ascolto a Heidegger. Nella quarta Appendice<br />

che correda L’epoca <strong>del</strong>l’immagine <strong>del</strong> <strong>mondo</strong> (1950a), si<br />

1 L’argomento è stato trattato diffusamente da Nietzsche 1886a.

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