27.07.2013 Views

Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

Sulla soglia del mondo. L'altrove dell'Occidente - Studi culturali e ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

VOCE NELL’OSCURITÀ, MAPPA DELLA MEMORIA 121<br />

Pensare<br />

la voce che canta<br />

come la mano che scrive<br />

è il corpo nel linguaggio<br />

che risponde<br />

all’appello<br />

e<br />

alla cura<br />

<strong>del</strong>l’essere.<br />

Pensare. La maggior parte di noi ha ricevuto in eredità un<br />

modo di pensare che si basa sulla separazione fondamentale <strong>del</strong><br />

soggetto dagli oggetti <strong>del</strong> <strong>mondo</strong>; una netta divisione tra il senso<br />

di se e le cose che in seguito il pensiero reclama e garantisce per<br />

se stessa. Per mezzo di questa distinzione, la ragione sfugge alla<br />

finitezza <strong>del</strong> pensatore, la conoscenza sfugge al tempo. Sebbene<br />

comporti libertà di pensiero e di autovalutazione, si tratta, paradossalmente,<br />

di un modo di pensare che, persino nei momenti di<br />

maggiore attenzione e riflessione, non può mai mettersi davvero<br />

in discussione. Il pensiero orbita attorno alla premessa e alle asserzioni<br />

prive di verifica <strong>del</strong> cogito. Si mette in discussione soltanto<br />

ciò che non rientra immediatamente nella soggettività: il<br />

<strong>mondo</strong> esterno degli oggetti e <strong>del</strong>l’alterità. Tuttavia, il pensiero<br />

critico, contrapposto al pensiero consolatorio, rinnega necessariamente<br />

il desiderio di questa completezza soggettiva. Cancellando<br />

la pulsione a essere “schiacciati dalla coerenza”, il pensiero<br />

critico non è affatto concettuale (Tsing 1993). Il suo rigore non è<br />

né egocentrico, né geometrico, perché viene a essere disciplinato<br />

da un imperativo ben più grande e ambiguo: quello di essere già<br />

e sempre al <strong>mondo</strong>. Da questo ha origine la nostra comprensione.<br />

La redenzione non è più in cima alla strada, ma ai nostri piedi,<br />

nei passi che facciamo tutti i giorni, nel linguaggio in cui viviamo,<br />

nella finitezza dei nostri corpi, nei limiti <strong>del</strong> nostro essere.<br />

Contestare i modi d’essere <strong>del</strong> <strong>mondo</strong> non può contemplare la<br />

procrastinazione, una conoscenza ancora da venire. Dove è giunto<br />

ognuno di noi, il posto che occupa, è il risultato di un dialogo<br />

continuo, che si estende attraverso le generazioni. Il nostro pote-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!